Dopo 11 anni diventa patrimonio del Comune di Cagliari un orologio Audemars Piguet Royal Oak automatico in oro rosa e zaffiri. Valore stimato: 58.500 euro. Il gioiello da polso, che incidentalmente segna anche l’ora, era stato donato nel 2012 dal sultano dell’Oman, in visita in città, all’allora sindaco Massimo Zedda. Il punto su cui per anni ha gravitato la vicenda è: fu consegnato al primo cittadino Massimo Zedda, o a Massimo Zedda comune cittadino?
La ricostruzione è contenuta in una delibera appena approvata  dalla giunta di palazzo Bacaredda, adesso guidata da Paolo Truzzu. L’oggetto dell’atto è “accettazione donazione”, perché il bene è di particolare valore e l’atto in questi casi è necessario. Ma l’iter è stato abbastanza travagliato. 
Per capire bisogna tornare un po’ indietro. Al 2012, quando il ricco sultano Qaboos Bin Said è in porto con il suo favoloso yacht. Come d’uso secondo tradizione e cultura mediorientale, fa un dono di elevato valore al rappresentante dell’istituzione della città che lo ha accolto. Zedda, che indossava la fascia tricolore, si trova tra le mani, appunto, l’Audemars Piguet Royal Oak automatico in oro rosa e zaffiri. Roba da ricchissimi appassionati. Lo custodisce sino alla fine del suo mandato, nel 2019. Quando tenta la conquista della Regione, ma la vittoria va a Christian Solinas. E l’orologio? 
Se ne riparla nel 2020. L’argomento lo tira fuori lo stesso Zedda, in un’intervista a L’Unione Sarda: qui sostiene di averlo ricevuto in quanto Massimo Zedda, e non in qualità di sindaco. Ma che comunque nell’agosto precedente aveva inviato una richiesta di chiarimenti al Comune, passato sotto il controllo di Truzzu da giugno, per sapere cosa fare, visto che attraverso un notaio aveva deciso di donare il gioiello all’amministrazione. A luglio, sempre del 2019, ha anche chiesto una perizia di stima al noto gioielliere cagliaritano Floris Coroneo. Risposta: 58.500 euro. 
Nella delibera appena approvata si legge che il Comune, appresa la vicenda dalla stampa, “ha ritenuto di subordinare l’accettazione ad una verifica circa le ragioni di tale dono, cioè se riconducibili alla persona o al ruolo a suo tempo rivestito di rappresentante del Comune di Cagliari, anche in considerazione che tale ultima circostanza, qualora accertata, avrebbe esonerato il Comune dall’onere di formalizzare l’accettazione”. 
Seguono tre richieste di chiarimento inviate a Zedda (febbraio 2020, settembre 2021 e luglio 2022), con le quali “questa amministrazione ha invitato il sig. Massimo Zedda a specificare se il bene gli fosse stato donato a titolo personale o nella sua qualità di sindaco”. 
La risposta arriva a gennaio di quest’anno. L’ex sindaco ribadisce che “l’oggetto è un dono del sultano dell’Oman. Venne all’epoca esplicitato e ribadito, in modo inequivocabile, che si trattava di un dono alla mia persona e non al Comune, tanto che venne chiesto l’indirizzo della mia abitazione privata per la consegna. La donazione del detto bene, a favore del Comune, trova origine proprio nella riconducibilità del medesimo alla mia persona”. 
Chiarito questo, la giunta ha deciso di accettare l’orologio. Che torna (o entra) a Palazzo Bacaredda dopo undici anni, a sultano intanto defunto.

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