Terremoto nella caserma della Guardia di Finanza di viale Diaz: un brigadiere in servizio nel gruppo di Cagliari è stato fermato dai suoi colleghi del nucleo di polizia tributaria provinciale con le accuse di peculato e falso. Si sarebbe appropriato, secondo i primi accertamenti investigativi, di diverse decine di migliaia di euro, sequestrate durante un’operazione antidroga del 2019. La sparizione dell’ingente somma è stata scoperta solo recentemente e Alessandro Tedde, 40 anni, è finito in carcere martedì scorso. Ieri mattina, al termine dell’udienza di convalida davanti al gip Giorgio Altieri, è stata confermata la custodia cautelare nel penitenziario di Uta. Matteo Vinelli, legale del finanziere, aveva chiesto una misura meno afflittiva, per ora negata dal giudice. La difesa attende di avere tutti gli atti di una vicenda con alcuni aspetti ancora poco chiari.

La scoperta

Difficile saperne di più: gli investigatori del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza mantengono un impenetrabile, e comprensibile, silenzio. Le indagini, coordinate dal pm Gaetano Porcu e svolte in pochissimo tempo e che hanno fatto scattare il fermo di polizia giudiziaria, sarebbero iniziate quando è stata disposta la restituzione di una grossa somma di denaro sequestrata tre anni fa al termine di un’operazione antidroga svolta dal gruppo di Cagliari. Parecchie decine di migliaia di euro non si trovavano più. Si è così arrivati a chi aveva curato il sequestro di una parte di quelle somme. Così, secondo la ricostruzione degli investigatori, Tedde avrebbe fatto sparire molti di quei soldi. Inoltre, da qui l’accusa di falso, avrebbe riportato negli atti ufficiali delle cifre diverse, di molto più basse rispetto a quanto effettivamente finito sotto sigilli per la parte di competenza del suo ufficio. In quel blitz erano stati sequestrati anche droga e dei telefoni cellulari.

La perquisizione

Le indagini si sono inevitabilmente indirizzate sul finanziere. E i colleghi del comando provinciale si sono occupati di svolgere gli accertamenti immediati, effettuando una perquisizione nell’abitazione del brigadiere che ha avuto esito negativo. Gli elementi raccolti hanno comunque portato al fermo del militare: un provvedimento d’urgenza i cui motivi non sono stati resi noti. Ieri mattina Tedde, nell’udienza di convalida davanti al gip, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo legale nei prossimi giorni avrà a disposizione tutti gli atti per ricostruire con chiarezza la vicenda e fornire così la posizione del proprio assistito. Intanto il quarantenne resta in carcere, a Uta, con la doppia accusa di peculato e falso. Il militare in passato si era reso protagonista, insieme ad altri colleghi, di importanti indagini e operazioni soprattutto in città.

Matteo Vercelli

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