Cagliari, attivisti in piazza del Carmine: «La Palestina non va dimenticata»
Cittadini e famiglie si sono riuniti per ricordare quanto sta accadendo sulla Striscia di GazaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A Cagliari, in una piazza del Carmine avvolta da un’atmosfera pacifica , stasera un centinaio di bandiere palestinesi sventolano al vento.
Attivisti, cittadini e famiglie si sono riuniti per un presidio e ricordare quello che sta accadendo sulla Striscia di Gaza e ribadire che «la Palestina non va dimenticata».
Gli attivisti hanno richiamato l’attenzione sugli eventi degli ultimi giorni, evidenziando l’escalation del conflitto e le sue conseguenze drammatiche. Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute di Gaza, l’ultima offensiva israeliana avrebbe causato quasi mille vittime in appena 48 ore, portando il bilancio complessivo dei morti, dal 7 ottobre 2023, a oltre 49.500 persone. Numeri impressionanti, che si aggiungono alla devastazione umanitaria già in atto.
Mentre le operazioni militari continuano su più fronti, colpendo anche Libano, Siria e Yemen, la Cisgiordania è teatro di una delle offensive più violente dalla Seconda Intifada.
«Campi profughi come quelli di Jenin, Tulkarem e Nablus sono diventati il fulcro di scontri che rendono ancora più incerto il destino di migliaia di persone.
Anche durante le tregue, gli aiuti umanitari sono stati bloccati e l’accesso ai servizi essenziali, come elettricità e acqua, è rimasto compromesso», dicono gli attivisti e proprio oggi «le forze di occupazione hanno lanciato un’operazione di terra, dividendo Gaza in due per rafforzare il controllo sul territorio, mentre il governo israeliano annuncia nuove azioni militari».
Dal presidio di Cagliari si leva un appello alla comunità internazionale affinché intervenga con decisione per fermare questa spirale di violenza. Si guarda con attenzione alle iniziative della Corte Internazionale di Giustizia, che ha avviato una coalizione globale per indagare sui crimini di guerra e accertare le responsabilità lungo tutta la catena di comando militare e politica.
Nel frattempo, l’Italia resta sotto osservazione per il suo ruolo nella gestione del conflitto: «Il governo», accusano gli attivisti, «continua a fornire sostegno politico ed economico a Israele, mentre in patria vengono processati cittadini palestinesi, tra cui Anan Yaeesh, in un caso che ha sollevato numerose polemiche».