L’amministrazione comunale di Cagliari ha reso omaggio a Lucilia Maria Campus, che nei giorni scorsi ha celebrato il suo centesimo compleanno.

A porgere gli auguri ufficiali a nome del sindaco Massimo Zedda e dell’intera Amministrazione comunale è stata la consigliera e vicepresidente del Consiglio comunale, Marzia Cilloccu.

La signora Lucilia Maria, nata il 23 maggio 1925 a Sa Mitza e S'Orcu, nel Comune di Domus De Maria, ha vissuto le sue prime esperienze di vita in Sardegna, nello splendido scenario della campagna del Sulcis. Figlia di Mario, che realizzò una importante tenuta agricola, ha trascorso i primi 14 anni nei paesaggi della sua terra natale, nutrendo sin da giovane un forte legame con le radici sarde.

Con lo scoppio della Seconda Guerra mondiale, la famiglia di Lucilia Maria si trasferì in "Continente", stabilendosi a Roma per riunirsi alle proprie famiglie d’origine. La sua vita proseguì in Umbria, dove visse fino al 1963, anno in cui fece ritorno a Cagliari. Qui, suo padre aveva assunto il ruolo di direttore dell’Ente provinciale per il Turismo, e la signora Campus si stabilì definitivamente nel capoluogo isolano, che avrebbe conosciuto e amato nel corso degli anni.

Le cento candeline di Lucilia Maria Campus rappresentano non solo «un traguardo personale, ma anche un patrimonio vivente di memoria storica e di valori».

La celebrazione è stata condivisa dalla figlia, dai nipoti e dai pronipoti. Presenti anche amici e autorità civili, tutti uniti nel riconoscere e onorare la straordinaria longevità e il percorso di vita di questa donna, esempio di resilienza e di radicamento nelle proprie origini.

Per l’occasione, l’Amministrazione comunale ha consegnato alla nuova centenaria una medaglia commemorativa e una pergamena ricordo, simboli di affetto e di rispetto istituzionale per un secolo di vita.

«L’augurio più sincero di lunga vita e di serenità a Lucilia Maria Campus – si legge in una nota di Palazzo Bacaredda - arriva quindi da tutta la comunità cagliaritana, che continua a custodire e valorizzare le proprie radici attraverso le esperienze delle donne e degli uomini, che hanno vissuto e contribuito a scrivere la sua storia».

(Unioneonline)

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