Mancano i posti letto, mancano i posti mensa, trasporti e sicurezza sono insufficienti. E ai fuori sede, ormai, manca anche la capacità di sognare. È un appello accorato quello che i ragazzi e le ragazze delle case dello studente di Viale La Plaia e via Businco rivolgono alle autorità universitarie, comunali e regionali in una lettera aperta. 

«Sono i “vostri” studenti che vi parlano – inizia il messaggio -. Siamo quelli che popolano le vostre strade, i vostri mezzi, i vostri locali; siamo quelli che lasciano il proprio paese per perseguire un titolo di laurea nella città; siamo quelli che investono sul proprio futuro facendo affidamento su chi dovrebbe sostenerli e tutelarli: voi. Siamo semplicemente noi, e con la massima speranza ci auguriamo che queste sincere parole vengano da voi lette con impegno e attenzione. In una società sempre più avara e sbilanciata verso il più forte, ribadiamo la necessità di sostenere con decisione un reale diritto allo studio, capace di aiutare tutti, senza lasciare nessuno indietro. Per la maggior parte di noi, senza tale supporto, sarebbe stato impossibile intraprendere un percorso di studi universitario. Un cammino che per noi non si limita solamente alla parte prettamente didattica, ma che rappresenta anche un potente mezzo di emancipazione con cui valorizzare noi stessi e poter esprimere a pieno le nostre aspirazioni».

«L’esperienza da studente fuori sede, oggi più che mai – proseguono - rimane dunque una fondamentale tappa per tutti coloro che nel capoluogo, attraverso tanti sacrifici, forgiano la propria personalità e sognano guardando al futuro. Ed è proprio la capacità di sognare che si sta perdendo. La crescente sfiducia ci attanaglia e ci opprime sempre più. L’ambizione, l’ottimismo e l’energia che dovrebbero alimentare il nostro sogno vengono invece spazzate via da una realtà sempre più insostenibile. L’impegno deve partire da ognuno di noi, sia ben chiaro, ma il problema sorge quando quest’ultimo non basta più. Che senso ha dedicare anima e corpo quando anche i nostri più estremi sacrifici non sono più sufficienti? Come si può trovare la forza di andare avanti quando vengono a mancare i sostegni di base che per legge ci spettano e per cui tanto ci siamo impegnati?».

Di qui la denuncia: «Da diversi anni ormai il panorama del diritto allo studio cagliaritano presenta una situazione non tra le più rosee. Ci scontriamo con una gravissima insufficienza di posti letto e posti mensa, sicuramente i problemi più gravi in  assoluto. Ad essi si sommano vari altri disagi, ad esempio relativi ai trasporti e alla sicurezza nei pressi delle strutture universitarie, che richiederebbero senza dubbio un’attenzione maggiore. Le dinamiche sono tante e derivanti da numerosi fattori, motivo per cui sarebbe necessario monitorare costantemente e intervenire con celerità ogni qual volta sorga un nuovo problema, evitando di finire in un imbuto confusionario come quello attuale, dove la somma dei problemi rende complicati anche gli interventi relativamente più semplici e ordinari».

«Non è nei nostri interessi andare ora alla ricerca dei singoli colpevoli – continuano – Vogliamo che venga ascoltata la nostra voce e siamo pronti a partecipare e collaborare insieme alla ricerca delle migliori soluzioni. Riteniamo che, al fine di raggiungere il più auspicabile degli scenari, sia necessaria una collaborazione tra tutte le singole parti. È essenziale che una solida volontà politica sia seguita da tavoli tecnici dove studiare e varare le soluzioni più consone e sostenibili».

Segue un appello preciso. «All’Università di Cagliari una maggiore attenzione agli umori della popolazione studentesca, soprattutto di coloro che non hanno i mezzi e per definirsi “studenti di UniCa” devono fare i più grandi sacrifici. Vogliamo un’università di tutti, per tutti».

Al Comune di Cagliari «di lavorare per una città che possa realmente definirsi universitaria, collaborando con realtà locali come la CTM per garantire sicurezza ed efficienza in tutto il territorio cittadino».

Alla Regione Sardegna «uno sforzo economico per garantire a tutti l’accesso al mondo universitario. Se davvero il diritto allo studio è una priorità, questo è un buon momento per dimostrarlo sostenendo i progetti che sorgeranno nel futuro prossimo”.

All’Ersu «una maggiore propensione all’ascolto, oltre a una decisione politico-amministrativa che talvolta viene a mancare».

Sono varie le tematiche più urgenti che, dicono i ragazzi, necessitano di un «intervento immediato»: «I posti letto sono assolutamente insufficienti, con la casa di Via Biasi che da ormai un paio di anni dovrebbe essere già stata riaperta e invece continua a veder slittare la sua inaugurazione. Tanti studenti necessitano che il Campus La Plaia rimanga aperto anche ad agosto, questo per motivazioni didattiche (tirocini, tesi di laurea…) e logistiche (relative a traslochi impraticabili). Inoltre, recentemente abbiamo assistito all’ennesimo taglio, questa volta sul personale di portierato e vigilanza esterna, e riteniamo che non sia corretto risparmiare sull’efficienza e soprattutto sulla sicurezza delle strutture universitarie».

«Questi sono solo alcuni dei problemi, e ognuno ha seria urgenza di essere affrontato: noi abbiamo il dovere di evidenziarli, a voi spetta il compito di attivarvi per risolverli – la conclusione -. Abbiamo già più volte presentato le nostre istanze nelle sedi opportune e continueremo a farlo. La popolazione studentesca, attraverso le proprie rappresentanze, non mancherà di collaborare ma anche di richiamare all’attenzione qualora ci fossero inadempienze. Il tutto, proprio come questa lettera, partirà sempre dal basso, dagli umori della gente, da parte di chi vive questa vita e quotidianamente ci deve fare i conti. Crediamo che Cagliari sia una splendida città, e siamo convinti anche che possa offrire il meglio alla popolazione universitaria. Noi ci crediamo, e voi?».

(Unioneonline)

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