Una festa da incubo. È il modo in cui le consigliere comunali d’opposizione, Francesca Mulas Fiori, Giulia Andreozzi e Camilla Soru, descrivono il Capodanno cagliaritano e il concertone di Mengoni alla Fiera. A far esplodere la bufera è la modalità di accesso all’evento, che prevede un pass prenotabile da chiunque, per poi stoppare gli accessi una volta raggiunta la capienza massima (20mila persone). 

«E gli altri?», si chiedono le esponenti dell’opposizione. «Fuori, in strada, forse per loro ci saranno maxi schermi, non si sa. Faranno in tempo a organizzare una serata alternativa, o forse no. Solo 20 mila "fortunati" (più altri cinquemila diretti alla serata techno e trap organizzata in un altro padiglione della fiera) potranno partecipare alla festa di fine anno organizzata dal Comune di Cagliari». 

E nel mirino finisce anche la spesa: «Ricapitoliamo: oltre 800 mila euro per una festa a numero chiuso a cui partecipa chi arriva prima. E il famoso indotto turistico? Una bugia. O vogliamo pensare», aggiungono, «che qualcuno vorrebbe programmare all'ultimo minuto un viaggio a Cagliari senza la certezza del concerto? E chi invece vorrebbe mangiare qualcosa, magari brindare con amici e famiglia dovrà rinunciarvi sempre con il rischio di restare fuori? Vogliamo parlare poi della viabilità intasata da migliaia di auto che si riverseranno attorno alla Fiera nella speranza di un posto. Il Capodanno cagliaritano», concludono, «organizzato in ritardo e in maniera confusa, non è più solo un pasticcio: sta diventando un incubo».

(Unioneonline)

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