La Sardegna si tinge di giallo, e così anche i bar e ristoranti riaprono dopo più di un mese di solo servizio d’asporto. Colazione, pranzo, aperitivo e cena tornano a rianimare la Regione, purché ciò avvenga all’aria aperta. Conditio sine qua non della riapertura resta la presenza dei tavoli fuori dai locali, il veto di servire i pasti al chiuso permane. 

Intanto piazza Yenne, corso Vittorio Emanuele, largo Carlo Felice e Bastione tornano a far accomodare i cagliaritani sotto il sole di maggio.

"Ci aspettavamo forse più persone, le prenotazioni sono ancora poche ma lentamente confidiamo nella ripartenza definitiva”, commenta Andrea Zucca del Morrison in piazza Yenne.

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“Noi che abbiamo disponibilità all’aperto siamo favoriti, non è semplice perché gli investimenti sono stati tanti e le precedenti riaperture non hanno portato alla continuità sperata. Oggi a nostro favore ci sono le vaccinazioni”, spiega Lello Montisci di S’Incontru in viale Trieste. 

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“Rivedere i clienti seduti ai tavoli dopo quest’anno travagliato non può che essere una gioia. La ripartenza c’è e stiamo vedendo anche le prime prenotazioni per pranzo, tanto da organizzarci presto anche per il servizio a cena”, dice Marco Borelli del Caffè Valentina.

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È l’ora serale infatti a popolare i tavolini all’aperto: l’aperitivo riesce a intercettare la necessità di convivialità con quella del coprifuoco notturno fissato da oggi alle 23.

La zona gialla porta dunque una boccata d’ossigeno a molti ristoratori, le sue restrizioni ne deludono però altrettanti. Non poche le difficoltà per chi non ha a disposizione gli spazi all’aperto. “Poter riprendere a lavorare ci rallegra”, spiega Matteo Achenza, nella doppia veste di titolare di un’attività e di consigliere Confcommercio Fipe per il Sud Sardegna. “Per alcuni è una riapertura zoppa senza spazi all’esterno e a volte, come nel mio caso che ho l’attività in via Xx Settembre, non è congeniale chiedere una concessione del suolo pubblico. Siamo comunque fiduciosi e cerchiamo di orientarci sulle linee guida che ci vengono fornite”.

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C’è anche poi chi avrebbe la possibilità di riaprire ma si trova a dover aspettare i più lunghi tempi burocratici. La pedonalizzazione del centro infatti continua a far sperare i ristoratori che attendono il via libera per l’apposizione all’esterno dei dehors. "La concessione per chiudere la strada al passaggio è stata data”, spiega Miro Steri di Sa domu sarda in via Sassari. “I cartelli sono stati posti ieri ma le macchine continuano a transitare. In ogni caso per ora restiamo chiusi in attesa delle direttive per capire come e dove apporre i tavoli all’esterno. Da un minimo di 12 a un massimo di 24 metri quadrati all’interno dei parcheggi davanti ai locali. Noi siamo pronti: 11 attività per un totale di settanta posti di lavoro che però ancora non sa nulla sulla propria ripartenza”. 

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Anche il vicino Savory si pone le stesse domande sulla concessione del suolo pubblico. «Ci stiamo organizzando senza avere reali certezze. È vero il poco è meglio del nulla, però ci serve continuità» spiega la titolare Esmeralda Santamaria. 

"Già oggi verrà pubblicato l’elenco della documentazione che dovrà essere allegata alla domanda. Una volta presentata sarà inoltrata alla Polizia Locale e al Servizio viabilità per il rilascio dei pareri di competenza”, risponde Alessandro Sorgia, assessore alle attività produttive. “Appena arriveranno i pareri positivi verrà rilasciata la concessione. Il tempo ipotizzabile è di circa 15 giorni, sempre che la documentazione inviata sia completa”.

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