Il virus rialza la testa anche in Sardegna. 

Dal 21 giugno a ieri si sono registrati 359 contagi, sette morti, terapie intensive con un ricovero mentre nei reparti ordinari la media è di una quarantina di posti letto occupati. Furono tredici nello stesso periodo del 2020, due morti, terapie intensive e altri reparti erano praticamente vuoti.

I numeri al momento non mettono in discussione la zona bianca della Sardegna, per il passaggio in giallo è prevista un’incidenza settimanale tra i 50 e i 150 casi ogni 100mila abitanti, o un’incidenza tra i 150 e i 250 casi ma rispettando due condizioni: l’occupazione dei posti letto in area medica deve essere uguale o inferiore al 30%, mentre in terapia intensiva deve essere uguale o inferiore al 20%.

“Non dimentichiamoci che l'estate dello scorso anno iniziò dopo un lungo e duro periodo di lockdown, da marzo a maggio, per cui il virus circolò meno per mancanza di contatti - spiega l’epidemiologo Giovanni Sotgiu, docente all’Università di Sassari di statistica medica – Oggi poi le varianti Alfa e Delta portano più casi dovuti alla maggiore contagiosità. A questo si aggiungano meno restrizioni, meno controlli e più occasioni di assembramenti ed ecco spiegata quella differenza”.

NIEDDU VS CRISANTI – “Imputare l’aumento dei contagi della scorsa primavera in Sardegna”, come sostiene il microbiologo dell’Università padovana Andrea Crisanti, “al liberi tutti durante la fascia bianca sarebbe sbagliato”. Perché quel liberi tutti “non c’è mai stato”, dichiara l’assessore alla Sanità Mario Nieddu.

“L’unico allentamento delle misure di prevenzione – precisa Mario Nieddu – ha riguardato l’apertura dei bar prolungata dalle 18 alle 21 e dei ristoranti fino alle 23 e non abbiamo registrato focolai riconducibili alla ripresa di queste attività. Tutte le altre riaperture sono rimaste congelate, nonostante avessimo la possibilità di far ripartire tutto secondo quanto previsto dalla normativa nazionale”.

Allude, ad esempio, alle palestre e alle piscine, che invece la Regione ha tenuto chiuse. Allo stesso Crisanti, secondo il quale la Giunta Solinas avrebbe agito “con leggerezza” per "incassare un dividendo politico”, Nieddu replica che “è invece stato adottato un principio di massima cautela dopo aver aperto un tavolo Ministero-Regione per non cancellare le restrizioni con un colpo di spugna”. “C’è stato un abbassamento della soglia d’attenzione verso il rischio e della sua percezione”, ha ammesso, ma non solo in Sardegna.

(Unioneonline)

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