Protesta di Amnesty International al porto di Cagliari, dove in questi giorni è ormeggiato il panfilo multipiano – lungo 75 metri – “Ebony Shine” di Teodorin Obiang, figlio del presidente della Guinea Equatoriale Teodoro Obiang Nguema Mbasogo.

Gli attivisti dell’associazione hanno mostrato sul molo, proprio davanti al super-yacht, cartelli con l’appello al rispetto dei diritti umani nel Paese africano.

"In Guinea Equatoriale infatti – si legge in una nota di Amnesty – centinaia di prigionieri languiscono in carcere per anni, senza possibilità di ricevere visite dei loro avvocati o familiari. Tra questi c’è anche Fulgencio Obiang Esono, un ingegnere italiano di origini equato-guineane scomparso durante un viaggio di lavoro In Togo e poi riapparso in un’aula di tribunale in Guinea Equatoriale insieme a un centinaio di altre persone tutte accusate di una tentato colpo di stato. Tutti gli imputati, alcuni dei quali non presenti in aula, vennero condannati a pene da tre a 90 anni di carcere. Fulgencio ha ricevuto una condanna a 58 anni di carcere. Al momento sta scontando la pena nel carcere di Black Beach, senza accesso al suo avvocato e alla sua famiglia”.

“Amnesty International – prosegue la nota - chiede al Presidente Obiang di rispettare con urgenza il diritto internazionale disponendo il rilascio di tutti i prigionieri di coscienza e, nel frattempo, garantendo loro protezione dalla tortura e che e che abbiano accesso ai loro avvocati e ai loro familiari”.

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