DAL NOSTRO INVIATO

NICOLA PINNA

Quando la Mega Express è ancora al largo i finanzieri sono già pronti in banchina. Non è un'operazione di routine, si capisce al volo. Appena il portellone della nave si apre e le auto cominciano a uscire, iniziano i soliti controlli con i cani antidroga. Tutto come routine, ma questa volta i militari hanno un obiettivo preciso. Aspettano un camioncino bianco. Eccolo, spunta all'improvviso dal ventre del traghetto, in mezzo a una carovana di auto e camper. Trasporta droga e pure tanta: le Fiamme gialle lo sanno già e ora devono ritrovare quella maxi scorta di cocaina. Il pacco è nascosto in un'intercapedine della cabina di guida: dieci chili, e anche qualcosa in più, di polvere bianca. Tutta roba di altissima qualità. Un pacco che vale milioni di euro, destinato a rifornire il mercato di mezza Sardegna.

L'ARRESTO I finanzieri cercano di non dare nell'occhio, ma la tensione è alle stelle. Il quarantenne cagliaritano che è alla guida del camion sale su una pattuglia che va via dal porto con le sirene e i lampeggianti spenti. Il suo furgone bianco viene scortato fino alla caserma di Cala Saccaia. Le manette scattano qualche ora dopo. Il procuratore Mario D'Onofrio si occupa del caso in prima persona: tenta di far calare il silenzio sull'operazione e impone ai finanzieri di tenere segreto il nome del cagliaritano (si chiama Massimiliano, ma il cognome è ancora misterioso) che trasportava la cocaina. Il blitz al porto però non poteva sfuggire. C'erano occhi indiscreti in banchina: la telecamera di Videolina e una macchina fotografica de L'Unione Sarda . L'intenzione della procura e della finanza probabilmente è quella di individuare i complici del cagliaritano che è già finito in cella: chi gli ha fornito quel carico e chi dovesse riceverlo. Sugli sviluppi dell'inchiesta non si sa nulla: oggi o nei prossimi giorni si capirà se il “segreto istruttorio” è stato utile (oppure no) a far scattare nuovi arresti.

L'OPERAZIONE Rappresenta certamente un altro grande successo per i finanzieri del Gruppo di Olbia, impegnati costantemente nel controllo dei porti galluresi e dell'aeroporto Costa Smeralda. Il maxi sequestro di ieri è un duro colpo al traffico di stupefacenti e offre l'ennesima conferma che Olbia e Golfo Aranci sono tappa fissa delle rotte internazionali della droga. Ora comunque resta da capire in quali zone della Sardegna dovesse essere distribuita la cocaina. Una parte, molto probabilmente, era destinata alla Gallura e alla Costa Smeralda, ma non è escluso che il viaggio del camioncino bianco dovesse finire nel Cagliaritano. Con i dieci chili di coca purissima gli spacciatori avrebbero fatto affari d'oro: sarebbero riusciti a ricavare circa quarantamila dosi e a incassare almeno tre milioni di euro. Una somma variabile, a seconda del mercato di riferimento, sulla base del rapporto tra domanda e offerta. Qualche mese fa il ricavo sarebbe stato più alto: la crisi economica ha costretto anche i narcotrafficanti ad abbassare i prezzi.
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