Stanno preparando bagagli e ricorsi i direttori delle Aziende sanitarie licenziati dalla Giunta Todde. Con la delibera approvata domenica arrivano i commissari, e i manager attuali nominati dal precedente governatore e accusati di mancanze varie – in sintesi «poco collaborativi sulle gravi criticità del sistema», disse l’assessore Bartolazzi – devono andarsene (quasi tutti) prima della scadenza dei loro contratti, dunque, all’incirca con nove mesi d’anticipo. Uscita che genererà sicuramente una serie di cause con richiesta di risarcimento dei mancati stipendi, a spanne, si calcola qualcosa come 3 milioni di euro in totale.

I risarcimenti

Gli interessati si stanno già rivolgendo agli avvocati. In ogni Asl, la triade formata da direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo percepisce all’incirca 400mila euro lordi all’anno, le nomine sono state fatte a gennaio 2022 e avevano una durata di cinque anni. All’appello mancheranno insomma parecchie buste paga.

«Così la Giunta sta esponendo la Regione a un doppio rischio», sottolinea Umberto Ticca, consigliere regionale dei Riformatori, «da un lato la probabile cancellazione della legge per illegittimità (l’impugnazione da parte del Consiglio dei ministri avverrà nelle prossime ore, ndr.), dall’altro, il contenzioso con i direttori generali rimossi, con possibili risarcimenti che ricadrebbero sulle casse pubbliche».

L’addio

Marcello Tidore, dg della Asl di Cagliari, ha scritto una lettera di commiato ai colleghi, tracciando un bilancio positivo dell’opera portata avanti e facendo «un’ultima raccomandazione: non cadete nella trappola di chi vuole a tutti i costi rappresentare la sanità come uno sfacelo su tutti i fronti. State lavorando molto bene… La sanità pubblica è uno dei pilastri delle nostra democrazia, e la Asl di Cagliari per la Sardegna ne è il fondamento».

Tutti i dettagli nell’articolo di Cristina Cossu su L’Unione Sarda in edicola e sull’edizione digitale

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