Omicidio di Cinzia Pinna, l'avvocato di Franciosi: "Situazione kafkiana, accusato e non sa perché"
«La sua è una situazione kafkiana. Si è trovato accusato prima di occultamento e poi di favoreggiamento. E non sa perché». A parlare con i giornalisti a Tempio è l’avvocato Maurizio Mani, che con la figlia Nicoletta difende Luca Franciosi, il giardiniere lombardo di 26 anni che Emanuele Ragnedda ha chiamato in causa dopo l’omicidio di Cinzia Pinna.
Franciosi, secondo le dichiarazioni rese dal reo confesso agli investigatori, avrebbe dato una mano a far sparire gli effetti personali della trentatreenne di Castelsardo, il cui corpo è stato trovato a Conca Entosa più di dieci giorni dopo il delitto, consumato la notte fra l’11 e il 12 settembre.
Il ventiseienne, durante l’interrogatorio davanti al Procuratore capo Gregorio Capasso e alla sostituta Noemi Mancini, fortemente voluto dai suoi legali, ha spiegato di essersi trovato lontano da Palau nelle ore nelle quali la versione di Ragnedda lo collocava a Conca Entosa. Tenuta dove è andato, invece, almeno due giorni dopo il delitto, ma assieme ad altre persone («ha detto quanto erano, lo ha specificato», ha sottolineato l’avvocato Mani) e di non essersi reso conto, perché non ne aveva motivo, che proprio lì si fosse consumato un delitto efferato.