Giovani in prima linea, la Sardegna riscopre il volontariato e la sostenibilità
In un’epoca in cui i giovani sembrano più interessati a socializzare online che a impegnarsi nella comunità, la Sardegna lancia la sfida del volontariato che può essere la chiave per un futuro sostenibile. Oggi pomeriggio, il Centro servizi per il volontariato (CSV) Sardegna ha svelato alla Fondazione di Sardegna le ricerche condotte dal Centro studi sociali Carlo Carretto, rivelando come i giovani possano non solo contribuire al benessere della società, ma anche diventare protagonisti del cambiamento verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite per il 2030.
La ricerca, che analizza il coinvolgimento giovanile nelle attività di volontariato e nel Terzo settore, mette in luce non solo le motivazioni che spingono i ragazzi a partecipare, ma anche le difficoltà che affrontano nel farlo. In un contesto dove il volontariato è fondamentale per la coesione sociale, emerge la necessità di attrarre nuove generazioni, ridefinendo le strategie di coinvolgimento per adattarsi ai loro valori e interessi.
Ma non è tutto: un altro aspetto emerso riguarda la scarsa conoscenza degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile da parte degli enti del Terzo settore sardi. Nonostante un’apertura crescente verso pratiche più sostenibili, c’è un urgente bisogno di formazione e sensibilizzazione.
In questo scenario, il Progetto Civismo si erge come un faro di speranza. Presentato da Filippo Spanu, Project Manager del CSV, il progetto punta a coinvolgere le scuole sarde, invitando gli studenti a scoprire l’importanza del volontariato non solo come atto civico, ma come un’opportunità di crescita personale e sociale.
Nel video le interviste a Filippo Spanu, project manager Csv, e Vania Statzu, coordinatrice delle ricerche del Centro studi sociali Carlo Carretto.