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Domus de Janas patrimonio Unesco, ecco le tombe Mandras e Ispiluncas
04 agosto 2025 alle 16:30
Oristano, 4 ago. (askanews) - Le Domus de Janas sono entrate a far parte del patrimonio dell'umanità. La decisione è stata ufficializzata a Parigi, dove il Comitato Unesco ha decretato l'iscrizione delle "case delle fate" della Sardegna nella Lista del Patrimonio Mondiale. In Sardegna se ne contano circa 3500, distribuite in tutta l'isola, ma il riconoscimento riguarda in particolare i monumenti affrescati o con elementi architettonici straordinari, compresi nel sito seriale "Arte e architettura della Sardegna preistorica. Le domus de janas", curato dal Centro Studi "Identità e Memoria", con un gruppo di lavoro coordinato dalla professoressa Giuseppa Tanda. Askanews è andata a visitare le due comprese nella regione storica del Barigadu, in provincia di Oristano.Questa è la Necropoli di Mandras, dal nome della località non lontana dal centro principale di Ardaùli, straordinaria testimonianza dell'arte funeraria prenuragica. Particolarmente affascinanti i motivi architettonici-decorativi riprodotti sui soffitti e sulle pareti degli ambienti principali tramite pittura rossa. La Sindaca di Ardauli, Tina Fadda: "Un riconoscimento del nostro paese, un Paese piccolo, in via di spopolamento, con 750 anime, può rappresentare un volano economico molto importante, può essere la meta di quel turismo lento e turismo culturale di cui si parla tanto". Per il sito la Regione ha già destinato 150mila euro, mentre i prossimi 400mila serviranno ad avere l'attivazione di percorsi, l'infopoint e una gestione totale del luogo.Qui invece ci troviamo nella Necropoli di Ispiluncas, nel comune di Sedilo, alle pendici dell'altopiano basaltico di Abbasanta, nel punto che fronteggia il fiume Tirso, (il più importante in Sardegna. Sono stati scavati 38 ipogei del quarto millennio a.C, per un insediamento di circa 40 ettari. Per ottenere il riconoscimento Unesco si è molto battuto il sindaco Salvatore Pes. Spiega l'archeologa Anna Depalmas: "Sono stati fatti scavi in due ipogei che hanno dato delle indicazioni molto importanti che ci dicono che a partire dalla fine del neolitico fino all'età medievale - durante tutta l'età del rame, nell'età del bronzo e addirittura del ferro - la tomba era frequentata per nuove deposizioni, nuovi defunti, che venivano sepolti nello stesso posto perché evidentemente questi luoghi avevano una importanza molto forte per le comunità".E c'è chi ha studiato il suono che arriva dalle Domus de Janas. Ivo Zoncu ha inciso il disco "Il suono delle stelle". "Il progetto nasce dopo un'esperienza mistica nelle Domus De Janas di Villa Sant'Antonio. Feci un concerto, soggiornammo, dormimmo proprio nel sito, mi sentii ispirato e cercai di tradurre in musica quello che avevo vissuto la notte. Ci tornai diverse volte, con il pentagramma, la penna e lo strumento in mano. Da lì ho immaginato il suono delle stelle, ed è nato nelle Domus 'Il suono delle stelle'".Testo e immagini di Serena SartiniMontaggio di Claudia Berardicurti