Quasi un quarto dei Comuni sardi andati al voto nello scorso ottobre non ha rispettato le norme sull'equilibrio tra i generi nella composizione della Giunta. È il risultato di un'analisi condotta dalla Consigliera di parità della Regione Sardegna, Tiziana Putzolu, e limitata ai 36 centri con più di 3mila abitanti (quelli a cui si applica la legge Delrio del 2014, che nelle Giunte comunali vieta che ciascun genere sia rappresentato al di sotto del 40 per cento).

Le amministrazioni che non rispettano le quote prescritte sono otto: Porto Torres, Sanluri, Guspini, Ittiri, Santadi, Gonnosfanadiga, Arbus e Maracalagonis.

"È un quadro desolante", commenta Tiziana Putzolu: "Lo squilibrio è già presente tra i sindaci, dato che sono 29 quelli di sesso maschile contro le 7 donne sindache. E non viene corretto neppure con la posizione di vicesindaco, perché anche in questo caso i numeri ci dicono che è occupata da 22 uomini e 14 donne".

Va ancora peggio quando si passa agli enti territoriali di secondo livello, come le Unioni di Comuni o le Comunità montane, in cui gli organi (presidenti, assemblee, giunte) non vengono eletti direttamente dalla popolazione ma dagli amministratori dei Comuni che ne fanno parte. "Tra le 37 Unioni di Comuni sono state elette solo tre presidenti donne", riprende Putzolu, "mentre nelle cinque Comunità montane il ruolo di presidente è attribuito a uomini nel 100 per cento dei casi".

Totalmente squilibrati anche i rapporti negli altri organi degli enti: "Possiamo dire che in molti casi la componente femminile è quasi inesistente", conclude la consigliera di parità, "e questo è uno di quei temi su cui occorre riflettere molto, e intervenire in fretta".

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