Cagliari calcio, Idrissi: "I culurgioni di Sadali? I migliori, ne mangio tantissimi"

16 ottobre 2025 alle 19:44aggiornato il 16 ottobre 2025 alle 19:49

C’è un profumo che non si dimentica mai, quello dei culurgioni fatti in casa. Un sapore che sa di affetto, di domeniche in famiglia e di radici profonde. Per Riyad Idrissi, oggi giovane promessa del Cagliari Calcio e della Nazionale Under 20, quel profumo ha sempre avuto un nome: Sadali, il paese dove è nato, cresciuto e dove ha imparato a sognare.

Classe 2005, genitori marocchini, anima sarda. Riyad è la dimostrazione vivente che l’identità non è questione di sangue, ma di terra calpestata, chilometri percorsi con pazienza e passione, sorrisi scambiati nei pulmini al tramonto, lungo le curve della strada statale 198. Dalla Barbagia di Seulo al centrocampo della Primavera, fino all’esordio in Serie A. E oggi, a soli vent’anni, un contratto rinnovato fino al 2030 con la maglia che sente più sua.

"È stato un viaggio pieno di insidie, ma anche di tantissime emozioni belle", racconta Riyad. Parla da professionista, ma soprattutto da ragazzo che non dimentica. "I miei genitori ci sono sempre stati. Mio padre, ogni giorno in macchina con me. Anche quando era stanco, anche quando le cose non andavano come speravo. Mi ha sempre detto: 'Sogna in alto, ma tieni i piedi per terra'". Una lezione che Riyad ha fatto sua, passo dopo passo. Prima nel Sadali, poi nella Polisportiva Isili, infine nella cantera rossoblù di Assemini, dove a soli 11 anni ha iniziato a vivere per davvero il suo sogno. Foresteria, scuola, allenamenti e il peso leggero ma costante di chi sa che ogni occasione è preziosa.

Sotto la guida di Fabio Pisacane, ex difensore diventato allenatore e mentore, Riyad è esploso: 63 presenze in Primavera, 4 gol e 7 assist, la fascia da capitano al braccio e la metamorfosi da attaccante a mezzala moderna, generosa, intelligente. Poi l’esperienza a Modena, in Serie B: 29 partite, un gol e tanta, tantissima personalità. Fino al grande ritorno a casa, in estate: Cagliari, Serie A, il debutto tanto atteso.

"Non vedevo l’ora che arrivasse quel momento," confessa. "Me lo sono sudato. E Mister Pisacane, la società, me l’hanno regalato. Hanno creduto in me. È stato un sogno realizzato, piccolo ma enorme". Dietro l'atleta, però, resta forte l'immagine del ragazzo. Quello che tornando a casa guarda il tavolo apparecchiato con un sorriso un po’ colpevole: "I culurgioni mi mancano tantissimo. A Modena non potevo mangiarli. Adesso che sono a Cagliari capita più spesso, non dovrei dirlo ma ne mangio tantissimo e poi quelli di Sadali sono i migliori”.