A Trevi giornate Energia: la transizione quando il mondo cambia

12 settembre 2025 alle 19:00
Trevi, 12 set. (askanews) - Si può fermare la transizione? Le dinamiche geopolitiche attuali hanno portato a un ripensamento a livello globale di paradigmi energetici e ambientali considerati fino a poco tempo fa una strada tracciata. In realtà, quando si parla di "fine" della transizione energetica si fa spesso riferimento a un possibile punto di svolta o a una fase di stabilizzazione. Se ne è discusso a Trevi nelle giornate dell'Energia e dell'economia circolare organizzate a Globe Italia e Wec Italia, in collaborazione con l'Associazione Italiana dei collaboratori parlamentari e Askanews, evento giunto alla nona edizione che quest'anno pone una provocazione "Cambia il mondo, tutto cambia. Che fine fa la transizione?". Un momento di confronto tra addetti ai lavori, aziende e attori istituzionali per fare il punto sullo stato dell'arte e le sfide future.Marco Margheri, Presidente Wec Italia: "La transizione certamente non si ferma ma deve svilupparsi in un contesto completamente nuovo in cui le sfide della geopolitica, la ricostruzione delle catene del valore, lo sviluppo dell'intelligenza artificiale e data cente che fa esplodere la domanda di energia elettrica stanno ricondizionando completamente le relazionitra stati, i rapporti di potere e devono ricondizionare anche le politiche. Non è più immaginabile una transizione energetica fatta in modo ideologico, non è più immaginabile una transione energetica che non si accompagni a uno sviluppo di business model che siano sostenibili certamente dal punto di vista ambientale e climatico ma anche economico e sociale. Per arrivare a questo bisogna mettere tutti intorno a un tavolo, le imprese che fanno gli investimenti su cui la transizione si appoggia, le istituzioni e il mondo della ricerca e questo è il metodo di Wec e che da 9 anni utilizziamo a Trevi".Per Matteo Favero. Presidente di Globe Italia, la transizione resta imprescindibile e una opportunità ma va guardata con realismo.La transizione non si ferma. Abbiamo voluto essere provocatori con questo titolo per la necessità di rendere sempre attuali e innovative le giornate di Trevi che Globe promuove da 9 anni. Vogliamo dire che la transizione deve cambiare, deve essere più aderente alle sfide che cambiano e a un mondo più in difficoltà. Guerre, crisi finanziarie, tensioni geopolitiche anche nel nostro vicino Mediterraneo. Ma vogliamo significare con i messaggi lanciati dalle giornate di Trevi che la transizione è un fatto ineludibie e che ogni presa di posizione, sociale, normativa, comunitaria, non può prescindere dalla transizione che è anche un'ottima opportunità per produrre innovazione e fare del bene al proprio territorio, combattere l'inquinanmento e promuovere la coesione delle comunità".La posizione critica espressa dal governo verso un approccio definito ideologico è stata evidenziata da Massimo Milani, esponente della Commissione ambiente della Camera:"Il centrodestra è sempre stato un po' critico su un'impostazione ideologica sulla transizione mentre nei fatti ha dimostrato attraverso l'azione di molto concreta con molte leggi a sostegno dell'economia circolare e della transizione, la volontà di voler oerseguire. Il governo Meloni vuole proseguire in maniera convinta sulla transizione energetica e in generale della transizione dell'economia circolare. C'è una chiara volontà di proseguire su questo. È dimostrato dai fatti, da diverse norme che sono state messe in atto e da ultimo il decrero di ieri di revsione del Testo Unico sulle fonti rinnovabili. Quindi una chiara volontà di favorire lo sviluppo delle rinnovabili in Italia come sul riciclo di materia dove per altro siamo campioni. L'obiettivo della Commissione europea sarà il 24% di riciclo di materia l'anno prossimo. L'Italia è già al 22% nel 2024".Il connubio con il territorio e il dialogo necessario è stato evidenziato da Alberto Pandolfo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive alla Camera:"La sfida più alta che ha la politica è quella di trovare il connubio tra le scelte di sviluppo e quelle di rispetto dell'ambiente e delle persone che lo vivono. Io vivo alcune sfide nel mio territorio, la Liguria, Genova in particolare. In queste ore il dibattito su Ilva è all'attenzione. Quindi di lì la sfida tra occupazione, lavoro, sviluppo e ambiente e rispetto della salute. Lo sviluppo passa attraverso il rispetto dei territori. Questo è uno degli aspetti più importanti e quindi l'economia circolare sta in mezzo a questo percorso di transizione, una transizione che continua, prosegue, parte da dei risultati importanti in Italia anche sul terreno del riciclo. Abbiamo sentito i rappresentanti del mondo della plastica, del mondo della carta. Sono stati contributi importanti che fanno crescere le scelte che la politica deve fare".