«Sapete qual è l’autovelox ideale? È quello che non fa neppure una multa». Renato Chiesa lo dice senza esitazione visto che come avvocato si occupa da anni delle battaglie più accese e complesse sulla legittimità dei rilevatori di velocità in Sardegna. E ora, con il via al nuovo elenco nazionale, ripete ciò che sembra non essere ancora chiaro alle amministrazioni locali: «Se un Comune registra una strage di contravvenzioni grazie agli autovelox, ha il dovere di spegnerli e di mettere in sicurezza la strada. Perché i comportamenti spericolati al volante sono responsabilità sia dell’automobilista che di chi non gli consente di essere prudente».
L’avvocato spera che questo nuovo capitolo serva almeno a rimettere un minimo di ordine «in una giungla nella quale per anni hanno sguazzato i sindaci per fare cassa ai danni della collettività».
Il censimento ministeriale è infatti utile a «scremare gli apparecchi abusivi», ma resta quel «grande pasticcio dell’omologazione mancante che a sua volta ha innescato un’incertezza normativa dalla quale è difficile uscirne». L’avvocato cita non a caso «sentenze non uniformi che non danno sicurezze e che aprono la strada ad anni di caos».
Il messaggio più importante è però destinato ai sindaci: «Se fate troppe multe, fermate gli autovelox, perché c’è un problema di sicurezza nelle vostre strade. In questo caso, più che in altri, serve quindi dare la precedenza al buon senso e all’incolumità dei cittadini».
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