L’inchiesta.

Mogherini si dimette, il caso si allarga  

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Il passo indietro è arrivato ieri in tarda mattinata, con una mail formale indirizzata allo staff dei campus di Bruges, Natolin e Tirana. Federica Mogherini ha scelto di farsi da parte. Dopo cinque anni alla guida del Collegio d'Europa, l'ex Alta rappresentante dell’Ue per la politica estera ha rassegnato le dimissioni: poche righe misurate, ma sufficienti a segnare la fine di una stagione travolta in appena 72 ore dall’esplodere dell’inchiesta che la vede indagata insieme all’ex ambasciatore Stefano Sannino e al dirigente dell'istituto Cesare Zegretti.

«In linea con il massimo rigore e senso di correttezza con cui ho sempre svolto il mio incarico, ho deciso di dimettermi», sono state le parole della rettrice affidate al messaggio comparso poi sul sito dell'istituto. Nonostante il rilascio senza alcuna condizione dopo un interrogatorio fiume, la bufera che l’ha investita - perquisizioni all’alba, il fermo davanti a una delle figlie, sequestri e un’eco mediatica deflagrata in poche ore - ha reso di fatto impossibile per l’ex ministra degli Esteri italiana restare al timone del Collegio che forma la futura élite diplomatica europea. «Sono certa che la comunità continuerà sul percorso di innovazione ed eccellenza che abbiamo tracciato insieme in questi meravigliosi cinque anni. Sono orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato e profondamente grata per la fiducia dimostrata da studenti, docenti, staff e alunni», ha detto, prima di chiudere con un commiato definitivo: «È stato un onore servire la missione del Collegio».

La procura europea e il giudice istruttore vogliono fare chiarezza sull'ipotesi che l'istituto - uno dei sei candidati - abbia ricevuto in anticipo indicazioni sui criteri di selezione, in particolare la necessità di disporre di una struttura di accoglienza che il Collegio aveva predisposto con l'acquisto dell'edificio di Spanjaardstraat per 3,2 milioni di euro. Dietro al segreto istruttorio trapela il fatto che il fascicolo potrebbe estendersi oltre il perimetro iniziale aprendo «nuovi filoni» e ramificazioni. La soffiata della presunta talpa, che ha portato a verificare le relazioni tra Bruxelles e Bruges, continua a far discutere e a sollevare interrogativi su chi potesse avere interesse ad affossare Mogherini o Sannino, dentro il Seae come al Collegio, dove la nomina dell'ex Alto rappresentante non era mai stata del tutto digerita.

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