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Selargius in pressing su Terna: «Strada da rifare in 20 giorni» 

La via per Ussana devastata dai tir del Tyrrhenian Link 

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L’ultima missiva mandata dal Comune di Selargius a Terna è di pochi giorni fa: «La strada va sistemata e messa in sicurezza entro venti giorni». Una richiesta che segue la nota pesante, con tanto di ordinanza di stop al passaggio dei tir, in cui veniva denunciata la situazione disastrosa della Selargius-Ussana, la dorsale dell’agro distrutta dal continuo via vai dei mezzi pesanti legato al cantiere del Tyrrhenian link, il contestato progetto del doppio cavo con due mega centrali elettriche che spazzeranno via diciassette ettari di campagna selargina. Intanto proseguono i cantieri a Terra Mala, nella costa quartese, scelta come approdo del serpentone elettrico che collegherà la Sardegna alla Sicilia.

Lavori bloccati

Lo stop ai lavori di Terna nel cantiere per la futura stazione di conversione dura ormai da qualche settimana. Da quando è stato firmato dalla Polizia locale di Selargius il provvedimento preceduto da un sopralluogo sul posto dei vigili urbani nella strada per Ussana, attualmente chiusa al traffico: nel documento si parla di «notevole dissesto della strada, con avvallamenti crepe e dislivelli altamente pericolosi per il normale transito di veicoli e motoveicoli non interessati ai lavori». E più precisamente, nella relazione con tanto di fotografie allegate, vengono descritti «pericolosi avvallamenti che vanno da 19 a 36 centimetri di dislivello stradale, con altissima probabilità causati dal transito dei mezzi pesanti che ogni giorno transitano a pieno carico provenienti dal cantiere Tyrrhenian link».

Da allora la strada di campagna è chiusa. «In quell’arteria transita chi lavora e vive nell’agro, ma viene utilizzata ogni giorno anche come scorciatoia fra la 554 e la 387», ricorda il sindaco Gigi Concu, «per questo abbiamo ordinato che venga sistemata il prima possibile, dando venti giorni di tempo. Così come abbiamo chiesto un piano di manutenzioni affinché situazioni come questa non si ripetano in futuro». Un ultimatum a cui Terna ha risposto con un progetto da un milione di euro circa, con i primi interventi di messa in sicurezza già iniziati.

«Istituzioni indifferenti»

Anche sul fronte quartese la protesta continua. «I lavori procedono nell'assoluta indifferenza delle istituzioni locali metropolitane, della Regione e dei parlamentari», scrive in una nota Rita Corda a nome del comitato nato in difesa del territorio. «Sul Tyrrhenian link c'è un accordo bipartisan, destra-sinistra», dice. Nei giorni scorsi la protesta simbolica davanti al cantiere di Terra Mala: «Abbiamo appeso gli striscioni dei comitati No Tyrrhenian link di Quartu e Selargius alla rete che chiudeva il cantiere, per ribadire la nostra contrarietà a un'opera che rappresentala servitù energetica che lo Stato vuole imporre alla Sardegna».

Uno striscione blu e l’altro giallo per ribadire il no al progetto: «Il Tyrrhenian link ha avuto l'autorizzazione governativa nel settembre 2023, senza il sì dei Consigli comunali al protocollo d'intesa tra Terna e le amministrazioni interessate (Quartu, Quartucciu, Selargius, Settimo, Sinnai Maracalagonis). Senza un'adeguata consultazione pubblica obbligatoria per legge, come evidenziato dal ricorso al Capo dello Stato presentato dal Comune di Selargius, e senza che siano state date risposte ai possibili danni per la salute pubblica». I comitati non si rassegnano: «Non ci stancheremo di lottare, con la speranza che magari quanto non è riuscita a fare la politica riesca a farlo la magistratura».

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