Il dibattito

Campi boe nell’Isola,  l’onda della polemica sull’attracco a 5 stelle 

Cuccureddu (Turismo): «Servizi su cui puntare» 

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Da Cabras (dove i diportisti protestano per il taglio degli ormeggi nell’area marina protetta) ad Alghero (dove divampano le polemiche per il progetto degli attracchi galleggianti in rada), ad Arzachena, dove incombe il piano per l’ormeggio di tre maxi yacht davanti alla spiaggia di Cala Granu, perla della Costa Smeralda peraltro nella fascia di protezione del parco nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena. Tra iter autorizzativi accidentati (quando c’è di mezzo un’area marina tutelata) e concessioni senza ostacoli, si moltiplicano in Sardegna le richieste per il varo dei campi boe, aree attrezzate in rada per i diportisti (a cento metri dalla costa rocciosa e 200 dalla spiaggia, ndr) che magari migliorano i servizi di un comparto come la nautica in fortissima crescita, e tuttavia (ed è l’appunto degli ambientalisti) generano un impatto sul paesaggio incentivando il sovraffollamento di imbarcazioni.

La quinta industria

Le autorizzazioni vengono rilasciate dalla Regione (assessorato agli enti locali e servizio di politiche di valorizzazione del demanio) nell’ambito di un iter che se da un lato tiene conto degli aspetti ambientali e paesaggistici, dall’altro valuta la necessità del servizio per uno dei pochissimi comparti in crescita dell’economia della Sardegna. Qui il settore della nautica, che conta 1.885 aziende e 2.250 addetti, vale 403 milioni di euro. In pratica è la quinta industria dell’Isola. Basti dire che, da uno studio sui dati satellitari che mappano la presenza degli yacht, incrociati con informazioni su caratteristiche, nazionalità, valore e patrimonio dei proprietari, la scorsa estate sono stati rilevati 4.619 yacht e super yacht in Gallura con 11.383 passaggi. In testa per numero di passaggi c’è l’arcipelago di La Maddalena, poi la Costa Smeralda e Porto Rotondo. Ma il traffico cresce anche nelle altre coste dell’Isola, e non a caso enti e amministrazioni puntano ad accrescere i servizi. «I campi boe sono tra i servizi più richiesti perché, per chi ha una barca di 40, 50, cento metri, è ben diverso stare ancorato o avere un postazione in rada», spiega Franco Cuccureddu, assessore al Turismo e già presidente della Rete dei porti (associazione da lui fondata nel 2001 e guidata fino all’aprile 2024).

La destinazione

«La Sardegna ha un solo primato mondiale: è la prima destinazione per maxi yacht superiori ai 60 metri. Un primato relativo a un segmento del turismo che ha il più grande valore aggiunto: la spesa pro capite è dieci volte mediamente superiore alla media dei cinque stelle». Un segmento di un comparto in forte crescita, dentro un quadro economico asfittico. «Quest’anno, certifica il Crenos, il turismo segna +15,4%. Se vogliamo garantire nei prossimi anni i servizi per i cittadini, dalla sanità ai trasporti, bisogna cercare di investire in quei segmenti con molte probabilità di crescita». Turismo e nautica, sottolinea Cuccureddu. «Si stanno sviluppando quattro poli, e abbiamo per la prima volta marchi come Ferretti e San Lorenzo, ad Arbatax». Tuttavia, non si può non tener conto del troppo spesso esorbitante traffico estivo di imbarcazioni, grandi e piccole, che talvolta sfuggono ai controlli e alle sanzioni.

Ambiente e sicurezza

A Baunei, comune che conta le cale tra le più belle e protette dell’Isola, l’amministrazione guidata dal sindaco Stefano Monni non ha (per il momento) questioni in itinere in tema di campi boe. «Ma se dovesse sorgerne uno davanti al nostro porto di Santa Maria Navarrese, centinaia di imbarcazioni finirebbero per aggiungersi alle 400 che già ospitiamo. Si creerebbe un problema di sovraffollamento insostenibile per l’ambiente e la sicurezza. È necessario, che la Regione sia più severa nel concedere le autorizzazioni: le regole che potevano valere dieci anni fa, quando il numero delle barche era più contenuto, oggi non sono più adeguate». Occorre, «intervenire da un punto di vista normativo, sedendosi al tavolo e coinvolgendo i Comuni». L’assessore Franco Cuccureddu ha richiamato i colleghi di Enti locali, Agricoltura (pesca) e Lavori pubblici sulla necessità di «un tavolo sulla nautica». È giusto che, «per dare il via libera a un campo boe, si lavori insieme. Per dire, un servizio di questo tipo non andrebbe autorizzato dove c’è un porto turistico, sempre pubblico, perché significa farli entrare in competizione».

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