Non a tutti la zona rossa piace allo stesso modo. L’aumento dei controlli è gradito a chi vive e lavora in piazza del Carmine ma con alcuni distinguo. Perché la sicurezza va bene se non fa male agli incassi. «Per me è questa zona rossa è stata un disastro», tuona Italo Sulliotti, titolare dell’omonima storica rivendita di vini, dolci e liquori in viale Trieste, accanto a piazza del Carmine. «Non ha prodotto i risultati attesi perché continua a vivere quel senso di insicurezza che si avvertiva prima e, in più, ha spaventato le persone che si sono convinte che piazza del Carmine sia diventato un luogo da evitare. Ma non è così», dice ancora. «Avevano promesso maggiori controlli? Finito il primo periodo, chi li ha visti? Meglio non riproporla, gli effetti non sono stati quelli sperati. Anzi», dice ancora.
La critica ricalca, in parte, quella mossa dal sindacato di polizia Siap che in una nota aveva apertamente contestato la zona rossa di piazza del Carmine. «Fumo negli occhi», hanno detto gli agenti aderenti a quella sigla sindacale. «Le zone rosse sono utili solo ad aumentare la percezione di insicurezza, rischiando di creare anche un ritorno economico negativo per le attività commerciali». ( ma. mad. )
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