Un fiume di gente, come non si vedeva da tempo. I vicoli di Santu Predu si sono animati, hanno accolto oltre 25 mila persone, nelle due giornate, almeno stando ai toni trionfalistici sbandierati dal Comune. La manifestazione Mastros in Nùgoro va in archivio tra i consensi, sebbene non manchino perplessità e recriminazioni: «Le polemiche sulla carenza di artigiani ci sono state, inutile negarle», afferma il presidente dell’associazione “Gli amici del folklore”, Tonino Paniziutti. «A Nuoro gli artigiani ci sono, in parte stavolta si sono anche visti, ma potevano essere in numero maggiore. Invece molti sono rimasti “nascosti”. Ecco, per i prossimi anni credo che si debba fare di più per incentivarli. Mastros deve riacquistare lo spirito che aveva agli inizi, quando la manifestazione è nata».
Luci e ombre
Dalla sede del sodalizio barbaricino non si nascondono. Analizzano con obiettività una manifestazione di successo, numeri alla mano, ma ancora a caccia di quella originale identità, troppo spesso un po’ sfumata o marginale. Come dire, il versante enogastronomico non si discute, cibo e vino di qualità sono imprescindibili ma non possono essere gli attrattori principali di un evento che vuole valorizzare «l’intelligenza artigiana», per usare lo slogan caro all’orafo “santupredino” Antonello Delogu.
«Abbiamo il nostro laboratorio proprio qui, nel rione deleddiano per eccellenza, ma nel fine settimana abbiamo deciso di trasferirci a Casa Ciusa perché volevamo raccontare a tutti la nostra arte», confessa Delogu. «Non è stato facile portare gli attrezzi, il banco da lavoro, però riteniamo che questa sia la strada da percorrere. Bisogna dare spazio agli artigiani, alla manualità: questo dev’essere il punto di partenza. Ovvero, bisogna mantenere viva la tradizione ma con la contemporaneità che si merita».
Soddisfazione
«Il lavoro di squadra ha dato i suoi frutti», dichiara l’organizzatrice della tappa nuorese di Autunno in Barbagia, Anna Pitzalis, 60 anni, di Orroli. «I “fili di Grazia” hanno caratterizzato l’evento, volevamo spostare l’attenzione più sull’aspetto culturale: artigiani, gruppi folk e buon cibo. I cori hanno fatto un lavoro incredibile. Nelle loro corti c’erano laboratori, esposizioni e mostre. Insomma, un lavoro collettivo da replicare e potenziare in futuro». L’assessore comunale alle Attività produttive, Giuseppe Mercuri, avvalora: «Registrare presenze così importanti, vedere il centro storico pieno e vivo, respirare un clima di festa ordinata e partecipata, è motivo di soddisfazione». Il sindaco, Emiliano Fenu, fa una promessa: «Il nome della manifestazione, Mastros in Nùgoro, richiama l’orgoglio e la centralità del lavoro artigiano. Continueremo a valorizzarlo, coinvolgendo più realtà del territorio e costruendo occasioni di crescita condivisa per la città».
I musei
«Abbiamo deciso, per tutto il fine settimana, di fare orario continuato nei nostri due musei che si trovano a Santu Predu», dice il presidente dell’Isre, Stefano Lavra. «Ne è valsa assolutamente la pena: il museo deleddiano e quello della ceramica hanno fatto registrare ottimi numeri». Analogo copione pure nelle sale del museo Man, tra via Satta e il corso Garibaldi. Circa 1300 visitatori hanno ammirato le mostre allestite nella struttura diretta da Chiara Gatti.
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