In nome della proverbiale generosità dei sardi hanno regalato alla principessa Charlene la bandiera dei Quattro Mori; in realtà l'hanno fatta anche commuovere, e magari non rispetta l'etichetta nobiliare, in ogni caso la donna che siede nel posto d'onore del principato di Monaco ha finito per asciugarsi le lacrime nel simbolo di una terra che in questo micro regno incastrato tra Francia e Italia vede una delegazione nostrana impegnata in una grande impresa. Alla guida c'è Carlo Mascia, lo storico fondatore della Olimpia onlus, insieme a tre dei suoi atleti con la sindrome di down. Lì, nella città simbolo del lusso, del Gran premio di Formula1, dei casinò e di tutto ciò che richiama la materialità declinata alla massima potenza, stanno dimostrando al mondo intero - e per l'ennesima volta -, che niente ferma la vita. Che poi è il motto di Carlo, che sulla sedia a rotelle combatte con la Sla e prima ancora con pregiudizi e luoghi comuni.
«Qui per dare una mano»
Sono gli unici sardi, nella piccola città-stato mobilitata sino al 23 novembre nella No finish line: la maratona della solidarietà ideata dall'associazione monegasca Children & future, e partita ufficialmente con il colpo sparato dalla principessa. E in un contesto di ricchezza e sfarzo acquista ancora più valore l'impegno di Carlo e dei suoi ragazzi, che contribuiranno a far sì che per ogni chilometro percorso venga devoluto un euro ai progetti per i bambini malati o in difficoltà.
«Non siamo qui per vincere coppe o titoli. Vogliamo solo dare una mano a chi ha più bisogno e gridare al mondo intero che i limiti, fisici o intellettivi, non possono né devono fermare la vita», spiega Carlo. Così, tra migliaia di partecipanti, ognuno cammina con il suo ritmo. C'è chi va a passo lento e chi corre, e lui va sulla carrozzina, diventata parte integrante di un corpo su cui la malattia continua ad accanirsi ma non riesce a fermare. «Anche in questo vedo un grande insegnamento: perché a seconda dei limiti che ognuno di noi ha, alla fine cambia soltanto la velocità, ma tutti, se vogliono e ci credono, arrivano al traguardo». In questo caso ambiziosissimo: raggiungere 335mila chilometri, per altrettanti euro.
Risalto social
Solidarietà a parte, qualche ricaduta in termini di promozione viene da pensare che la partecipazione del gruppo sardo ce l'abbia; almeno da un punto di vista sociale. Con la bandiera che la principessa stringe a sé dopo aver stretto la mano a Carlo, e i siti francesi che parlano di lui e dei suoi atleti arrivati dalla Sardegna: Alessandro Vacca, 41 anni e primo down ad aver ottenuto il brevetto ufficiale da sommozzatore in tutta l'Isola, Andrea Murgioni, di due anni più grande che è il cantante del gruppo e tifoso sfegatato del Napoli, e poi Pierluigi Cirina, che di anni ne ha 56, sogna una crociera ed è definito il principino della comitiva. Tutti cagliaritani, accompagnati - oltre che da Carlo - dai volontari Romina Mascia, Cristiano Pinna e Corrado Bellosi. In fondo hanno tutti vinto in partenza, per il nuovo insegnamento regalato a mezzo mondo. Con i Quattro Mori arrivati nella costa sud della Francia, dove sembrano sventolare forte, mossi dall'orgoglio di chi, a prescindere dalle maratona solidale, il bene lo fa quotidianamente e da decenni continua a far sì che i disabili di tutta la regione abbiano una vita normale. Con lo sport, le trasferte e persino con la conoscenza di una principessa. Che non è che capiti a tutti e ogni giorno.
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