Alghero.

«Nel 2026 una città migliore» 

Il sindaco: abbiamo chiesto pazienza, ora i risultati arriveranno 

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Un bilancio dell’anno che volge al termine e uno sguardo rivolto alle sfide future. È questo il senso della lettera aperta con cui il sindaco di Alghero, Raimondo Cacciotto, affida ai cittadini il report del 2025 e le prospettive dell’azione amministrativa per il 2026, tracciando una linea di continuità tra il lavoro svolto e gli obiettivi che attendono la città. Un lungo post sulla sua pagina social per annunciare i nuovi progetti e spiegare perché alcune cose non hanno funzionato.

Tra passato e futuro

«Il 2025 è servito per costruire importanti fondamenta per l’azione amministrativa», scrive il primo cittadino, rivendicando un percorso improntato alla gradualità e alla concretezza. «A partire dal 2026, le vedremo realizzate in diversi obiettivi e in risultati tangibili per la città». Cacciotto richiama anche il patto di sincerità stretto con la comunità già in campagna elettorale. «Abbiamo chiesto pazienza alle nostre concittadine e ai nostri concittadini, spiegando con onestà che nessuno può risolvere, con uno schiocco di dita, ciò che ad Alghero non ha funzionato per anni», tiene a sottolineare, riferendosi alle mille difficoltà ereditate, in termini di cantieri fantasma e lavori pubblici fermi al palo. «Le difficoltà non sono mancate – ammette - ma non hanno frenato l’azione della giunta. Le criticità sono molteplici e spesso complesse, ma non per questo ci siamo tirati indietro. Al contrario». Nel bilancio del primo anno trovano spazio interventi «in tutti gli ambiti della vita cittadina: dal sociale alle manutenzioni, dall’urbanistica alla sicurezza, dal verde urbano all’igiene pubblica», elenca Raimondo Cacciotto, un lavoro quotidiano che il sindaco definisce come un esercizio di responsabilità e coraggio, ribadendo però che questo è solo l’inizio. «I tempi della burocrazia non sempre consentono interventi immediati e questo può generare frustrazione e percezione di immobilità», osserva, mettendo in guardia da «semplificazioni e accuse facili» e da un uso dei social che «amplificano la negatività e alimentano l’illusione di una critica senza responsabilità».

La speranza

Lo sguardo al 2026 è accompagnato da un auspicio chiaro. «Ritrovare un linguaggio più rispettoso, più empatico, più umano. Un confronto capace di unire, non di dividere».

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