Camera

Manovra, oggi l’ok. Tensioni rinviate 

In Consiglio dei ministri sì al decreto per le armi all’Ucraina, ma Salvini non si presenta 

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La legge di bilancio è al rush finale alla Camera, con l’approvazione blindata prevista per oggi, ma molti dei nodi che hanno caratterizzato tutto l’esame parlamentare sembrano non essere sciolti e destinati a riversarsi anche nei prossimi mesi.

Le fibrillazioni

A partire da quello delle pensioni, che resta un tasto dolente soprattutto per la Lega. Dopo la fiducia, oggi la Camera licenzierà il testo a un giorno dalla chiusura dell’anno - e quindi a ventiquattr’ore dall’esercizio provvisorio - e dopo oltre due mesi e mezzo dall’approvazione in Consiglio dei ministri. Si chiude così un percorso non semplice per il centrodestra, che ha visto la maggioranza fibrillare in più passaggi. Ma si manda in archivio la legge di bilancio con un testo che comunque il governo rivendica, soprattutto sul fronte della tenuta dei conti. Di tutt’altro avviso l’opposizione, che è andata all’attacco dal primo momento su un testo bollato come «asfittico» e «privo di prospettive per la crescita». Il centrodestra alla fine trova una quadra ma i partiti della coalizione restano comunque in pressing su molti fronti. La Lega, soprattutto. Che mette nero su bianco in un ordine del giorno la richiesta di sterilizzare l’innalzamento dell’età pensionabile che scatta dal 2027. «La Lega chiede di ridurlo ulteriormente, vedremo durante il 2026», allarga le braccia il ministro Giancarlo Giorgetti, presente in Aula dall’inizio del dibattito. Del resto, aggiunge il titolare dell’Economia, l’aver previsto in manovra una gradualità dello scalino è stato «coperto con oltre un miliardo».

Sostegno ai ceti medi

Insomma, conti in ordine e velleità da tenere a bada. L’anno prossimo si vedrà. «Giorgetti smentisce ancora la Lega», va all’attacco il Pd con la capogruppo Chiara Braga. «Cercano di riscrivere la manovra con gli ordini del giorno ma la pezza è peggio del buco», osserva. La Lega chiede, sempre attraverso lo strumento degli ordini del giorno, anche di valutare un ritorno alla flat tax incrementale e a quella per i giovani under 30 e under 35. Per quanto riguarda Forza Italia, l'obiettivo resta il sostegno ai ceti medi. Il prossimo anno, sottolinea il leader Antonio Tajani vogliamo «continuare la riduzione della pressione fiscale: dobbiamo allargare la base dell'Irpef almeno a 60mila e continuare ad abbassare la pressione fiscale e cercare di avere stipendi più ricchi». Un obiettivo, il primo, sul quale il Mef non chiude. «Pensiamo di fare qualcosa di più nella prossima legge di bilancio se troveremo risorse finanziarie - sottolinea il viceministro Maurizio Leo - potremmo arrivare a 60mila euro e quindi abbracciamo tutta la fascia del ceto medio».

Ruggini su Kiev

Ieri intanto il consiglio dei ministri ha approvato il decreto che rinnova gli aiuti all’Ucraina. Una riunione lampo, ma il via libera non ha spazzato le ruggini fra la Lega e le altre forze di maggioranza sul tema. Dopo giorni di pressing sugli alleati, il vicepremier Matteo Salvini non ha partecipato all’incontro di Palazzo Chigi, anche se dal suo staff è stato spiegato che non è stato per motivi politici ma «personali». A smascherare il clima di gelo è stato un caso da settimana enigmistica: attraverso il senatore Claudio Borghi, in mattinata la Lega aveva gioito per la scomparsa dal titolo del decreto - solo dal titolo, non dal testo - del passaggio sulla cessione di “equipaggiamenti militari”, che però è riapparso poche ore dopo, nell’ordine del giorno del consiglio dei ministri. Rimanendovi anche dopo l’approvazione. Secondo la ricostruzione di ambienti di governo, però, lo scontro sarebbe stato soprattutto di carta: la maggioranza, compresa la Lega, avrebbe infatti trovato l’accordo sul decreto circa un mese fa e tutto il dibattito successivo sarebbe stato alimentato dal Carroccio sui media per porsi come anima anti-bellicista, o meno bellicista, della coalizione. Nella sostanza, però, il passare dei giorni non avrebbe prodotto particolari cambiamenti e il provvedimento ha mantenuto l’ossatura che ha dal 2022.

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