Capoterra.

Mario Casula, una vita in mezzo ai motori 

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Un nome, una tradizione. Sia il nonno, sia lo zio si chiamavano Mario Casula e sono cresciuti tra i motori. Anche lui è stato battezzato con lo stesso nome, Mario Casula, oggi ha 58 anni e ha coronato un sogno. «Ho partecipato a una gara di auto storiche dedicata proprio a mio zio».

«Per forza di cosa – racconta il pilota per hobby residente a Capoterra – sono nato nei motori. Mio nonno, Mario Casula Valeri, aveva una concessionaria Lancia e a casa le auto erano parte della quotidianità». Ma il vero punto di svolta arriva con lo zio, pilota nelle gare di velocità in salita. «Per tanti anni sono stato il suo navigatore. Mi ha insegnato tutto: la calma, la concentrazione, l’idea che nelle gare non conta correre, ma saper dominare il tempo».
Quando lo zio non ha più potuto partecipare alle competizioni, Mario Casula si è ritrovato con una Toyota MR2 MKIII 1800 centimetri cubici che usava quotidianamente , ma con una passione sospesa. «È stata mia moglie, Veronica Fanari, a riportarmi in pista. Ha partecipato un corso di regolarità e si è appassionata. Da lì abbiamo chiesto il Certificato di rilevanza storica e la Targa Oro della nostra vettura, che ne attesta l’assoluta originalità».
Le gare a cui partecipa non sono di velocità. «Sono gare di regolarità: tratti da percorrere rispettando tempi prestabiliti cercando di accumulare il minor numero di penalità. Ogni anticipo o ritardo viene moltiplicato per un coefficiente di penalizzazione, più penalizzante per le auto moderne, alle gare partecipano anche auto degli anni ‘30».

Il ruolo centrale in queste gare è quello del navigatore. «Conta i secondi, dà il ritmo, indica quando entrare sui presostati che rilevano i tempi con assoluta esattezza,legge il roadbook con assoluta precisione. Se non c’è sintonia, sbagli tutto».
Mario Casula si commuove qunando ricorda lo zio, scomparso qualche anno fa: «Per me era come un secondo padre. Ogni volta che affronto un tratto cronometrato, mi sembra di sentirlo ancora lì, accanto. È lui che mi ha portato dentro questo mondo e, in un certo senso, continua a farlo. Ho conquistato il 4º posto assoluto e il 1º di classe alla coppa del Gerrei, terzo memorial dedicato a mio zio, un buon risultato con un forte valore emotivo».

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