Un giovane di 25 anni morto, l’amico fraterno accusato di omicidio stradale e una strada di campagna a pochi chilometri da Tempio aperta su un baratro di dieci metri, protetta con vecchi tubi, arrugginiti e corrosi. La tragedia di Baldu, costata la vita a Omar Masia, sta moltiplicando dolore e angoscia, anche per le persone che potenzialmente potrebbero essere coinvolte nell’inchiesta della pm, Sara Martino. A distanza di 24 ore dalla tragedia, sono iniziati gli accertamenti sulle caratteristiche della strada che collega la cittadina gallurese alle località di Baldu e L’Agnata (nota per la tenuta di Fabrizio De Andrè). La Bmw sulla quale viaggiava Omar Masia ha tagliato come burro i tubi di contenimento della strada, il Comune di Tempio ieri ha fatto sapere di non avere elementi che sanciscano con certezza la sua competenza sul ponte della tragedia. La Polizia Locale ha provveduto a transennare e chiudere la parte dell’opera dalla quale nella notte di sabato è volata l’auto, finendo sui massi di un torrente da una altezza di dieci metri. Di fatto da ieri si può parlare di un fascicolo con due filoni, c’è la parte che riguarda la posizione del giovane di 27 anni al volante della Bmw e quella sulle condizioni di sicurezza della strada di Baldu. ll difensore del giovane indagato, il penalista Giovanni Azzena, ha dichiarato: «Attendiamo le comunicazioni formali della Procura. Posso dire che chiederemo un accertamento tecnico non ripetibile sul ponte dal quale è caduta l’auto. Ci sono diverse questioni da approfondire e che saranno sicuramente oggetto dell’inchiesta».
L’amico fraterno
La persona che era volante era forse il migliore amico di Omar Masia e ora il suo nome è iscritto nel registro degli indagati per i reati di omicidio stradale e lesioni colpose (questa contestazione riguarda traumi e ferite delle altre 3 persone che erano a bordo delle Bmw, tutte fuori pericolo). Ieri l’avvocato Giovanni Azzena, legale del giovane sotto accusa per la morte di Masia, ha ricevuto il primo atto dell’inchiesta: oggi a Sassari la dottoressa Daniela Casu effettuerà l’autopsia sul corpo della giovane vittima. La comunicazione del conferimento dell’incarico è stata notificata anche all’avvocato Nino Vargiu, che assiste la famiglia del ragazzo deceduto. La pm Sara Martino ha chiesto al medico legale di accertare le cause del decesso e di stabilire anche se sul corpo di Omar Masia ci sono i segni “del sistema di tenuta delle cinture di sicurezza”. Nel rapporto dei Carabinieri della Compagnia di Tempio si fa riferimento anche alla positività dell’alcol test effettuato sul giovane che era al volante dell’auto volata dal ponte di Baldu. L’avvocato Giovanni Azzena non ha voluto rilasciare dichiarazioni sul punto in attesa delle decisioni della pm della Procura di Tempio.
Strada senza barriere
Ieri il Comune di Tempio, dopo le prime interlocuzioni informali con Procura e Carabinieri, ha iniziato una verifica tecnica sulla competenza della strada e in particolare del ponte dove si è verificato il pauroso schianto. L’avvocata dell’amministrazione tempiese, Giusi Demuro, contattata nel pomeriggio, ha rilasciato una brevissima dichiarazione: «Questo non è il momento di parlare, si tratta di una vicenda complessa. Il Comune di Tempio ha avviato una verifica amministrativa». In ogni caso, stando a quanto trapela dagli uffici di piazza Gallura, l’ente ritiene di non avere nessuna competenza su una strada ritenuta “vicinale”. In Procura, a quanto pare, sono di tutt’altro avviso. Il ponte e la striscia di asfalto di Baldu – L’Agnata, di sicuro sono sempre stati molto trafficati.
«Come stanno i ragazzi»
Ieri Tempio e Calangianus, il paese dove abitava Omar Masia, si sono stretti attorno al padre e la madre del ragazzo. Massimiliano Masia ha partecipato alle operazioni di soccorso del figlio, purtroppo inutili, con la sua divisa di Vigile del Fuoco, assistendo alla estrazione del corpo dall’abitacolo della Bmw. Ieri si è informato sulle condizioni dell’amico di Omar, il ragazzo che era al volante dell’auto, e degli altri giovani feriti. Nessuna acredine, nessuna ostilità, ma un dolore devastante affrontato con coraggio e compostezza fuori dal comune.
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