Una visita lampo sotto la pioggia. Papa Leone ha visitato Assisi per pregare sulla tomba di San Francesco e incontrare i vescovi italiani riuniti per la loro assemblea. Meno di due ore ma una promessa: tornerà nel 2026 per l’ottavo centenario della morte del santo. Più lunga invece la sosta a Montefalco, dalle suore agostiniane, dove ha celebrato la messa e pranzato. Quindi il rientro in Vaticano. «Siamo vicini agli 800 anni dalla morte di San Francesco. Questo ci dà modo di prepararci per celebrare questo grande, umile, povero santo mentre il mondo cerca segni di speranza», ha detto Papa Leone.
Incontro a porte chiuse
Incontrando i vescovi, ha parlato di Assisi come, «luogo altamente significativo per il messaggio di fede, fraternità e pace che trasmette, di cui il mondo ha urgente bisogno». Con i vescovi l’incontro si è svolto a Santa Maria degli Angeli, a porte chiuse (esclusi dall’assise anche i frati, padroni di casa), ma il discorso viene successivamente diffuso. Ed emergono le indicazioni concrete del Papa alla Chiesa italiana: dalla necessità di essere presenti «nel dibattito pubblico», alla necessità di proseguire nella lotta agli abusi. Il Pontefice dà anche alcune indicazioni di carattere più interno: la conferma dell’accorpamento delle diocesi e la stretta sull’età pensionabile. La regola resta sempre quella dei 75 anni per i vescovi («Eventualmente» 77 per i cardinali, indica Leone) ma di fatto viene spesso aggirata con le proroghe che il Pontefice intenderebbe abolire. «Tutti noi», le parole di Leone XIV ai vescovi, «dobbiamo coltivare l’atteggiamento interiore che Papa Francesco ha definito “imparare a congedarsi”». Rilevante, nella vita interna alla Chiesa, anche il passaggio in cui il Papa, che ha diretto per anni il Dicastero dei vescovi, auspica un allargamento della consultazione per le nomine dei vescovi, oggi ristretto al solo mondo ecclesiastico. Leone indica come priorità l’attenzione ai fragili, invita ad affrontare le nuove sfide poste dal mondo digitale. Incoraggia i vescovi italiani a essere più presenti nella vita pubblica del Paese: «La Chiesa può e deve continuare a promuovere un umanesimo integrale, che aiuta e sostiene i percorsi esistenziali dei singoli e della società; un senso dell’umano che interviene nel dibattito pubblico per diffondere una cultura della legalità e della solidarietà».
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