Il caso

«Arzu non agì da solo» Indagati in libertà, la Cassazione si oppone 

Delitto Marongiu, il ruolo dei familiari del 56enne morto suicida in carcere 

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Dalla Cassazione un punto per l’accusa. Se per i giudici del Riesame Sandro Arzu aveva agito da solo, non così è per gli Ermellini.

I giudici di Roma hanno annullato le ordinanze del Tribunale del riesame di Cagliari che avevano rimesso in libertà i fratelli di Sandro Arzu, Roberto (57 anni) e Sergio (65), oltre che il figlio di quest’ultimo, Gianluca (26). La Cassazione ha accolto tre dei quattro ricorsi presentati dal pubblico ministero Danilo Tronci e dal pm Valentina Vitolo del Tribunale di Lanusei contro la decisione del tribunale della libertà che aveva annullato le ordinanze di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’indagine sull’omicidio di Beniamino Marongiu, 52 anni, di Arzana.

Pier Giorgio Piras

La suprema corte ha invece dichiarato inammissibile il ricorso nei confronti di Pier Giorgio Piras (36), la cui posizione ora si discosta e si rafforza rispetto agli altri. I quattro, tutti di Arzana, sono indagati di aver agito in concorso con Sandro Arzu, ritenuto dalla Procura di Cagliari l’esecutore materiale del delitto e morto suicida in carcere.

L’udienza

Ieri gli avvocati dei quattro indagati Francesco Marongiu e Rita Dedola per Roberto e Sergio, Pierluigi Concas per Gianluca, e Pamela Piras e Fabrizio De Murtas per Pier Giorgio Piras erano volati a Roma per discutere il ricorso. I quattro erano stati arrestati il 26 maggio scorso con l’ipotesi di concorso e favoreggiamento nell’omicidio di Mino Marongiu, ucciso in piazza Roma ad Arzana il 9 luglio di un anno fa. Omicidio che, secondo la direzione distrettuale antimafia di Cagliari avrebbe collegamenti con traffici di droga, comunque non imputati agli indagati. Per Roberto, Sergio e Gianluca Arzu sarà fissata una nuova udienza per la valutazione dei ricorsi che i legali avevano presentato contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Per conoscere le motivazioni dei giudici bisognerà attendere 90 giorni. I giudici del Riesame di Cagliari, scarcerando i presunti complici di Sandro Arzu, erano stati chiari. «Gli elementi a disposizione non consentono affatto di fondare un giudizio di qualificata responsabilità degli indagati. Non avrebbero fornito il loro apporto alla buona riuscita dell’azione omicidiaria». Questa la motivazione principale con cui il Riesame aveva annullato l’ordinanza del gip di Cagliari.

Dal Riesame

L’ordinanza si concentrava su quanto accadde tra piazza Roma e dintorni nei minuti che precedettero e seguirono l’omicidio e sul ruolo degli Arzu e Piras. Secondo il Riesame che li aveva scarcerati «Non ci sono evidenze fattuali – scrivevano i giudici – sulla comunicazione dei supervisori Roberto e Sergio Arzu a Gianluca Arzu sulla presenza della vittima designata (Mino Marongiu) nel bar One».

Arzu in sostanza avrebbe fatto tutto da solo, dapprima accertandosi della presenza di Marongiu all’interno del bar e poi nascondendosi all’angolo tra via Suja e piazza Roma per tre minuti prima di passare all’azione. Non vi sarebbe poi alcun elemento concreto circa un contributo causale di natura concorsuale dei tre congiunti di Arzu e Piras. Se è ragionevole ritenere che Sandro Arzu latitante da più di un anno avesse avuto bisogno di un basista non è emerso che siano gli indagati la fonte. Non era strano inoltre che frequentassero piazza Roma e dintorni, vivendo tutti ad Arzana. Ora i giudici del Riesame dovranno riconsiderare i fatti alla luce di quanto scriveranno i giudici della Cassazione.

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