Lo avevano annunciato, alla fine l’impugnazione è arrivata. Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare alla Corte Costituzionale la legge regionale sarda sul suicidio assistito.
Dopo la Toscana, la prima regione in Italia a dotarsi di una legge sul Fine vita, il governo boccia adesso la Sardegna. L’impugnazione è stata decisa in quanto, nella sua interezza, la legge «esula in via assoluta dalle competenze regionali, eccedendo dalle competenze statutarie, e lede le competenze esclusive dello Stato in materia di ordinamento civile e penale e di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, nonché il riparto di competenze in materia di tutela della salute, violando l'art.117, secondo comma, lettere l) e m), e terzo comma, della Costituzione», si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi.
La vicenda
La legge regionale era stata approvata a metà settembre e normava la procedura affinché le Asl potessero somministrare i farmaci al paziente che ne faccia richiesta. A chi sarebbe stata destinata? I requisiti – che poi sono quelli stabiliti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale – erano molto stringenti. Si parlava di persone che intanto avrebbero dovuto essere pienamente capaci di intendere e di volere, affette da una patologia irreversibile,
da sofferenza fisica o psichica intollerabile, e dipendenti da trattamenti necessari a mantenerle in vita.
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