Arriva, ma con condizioni precise, la risposta del Comune alla lettera-denuncia dei residenti di Sant’Avendrace. Gli abitanti avevano scritto al sindaco Massimo Zedda chiedendo un incontro pubblico per discutere del «totale abbandono» del quartiere, tra degrado, insicurezza, servizi scomparsi e siti archeologici ignorati. Da Palazzo Bacaredda è arrivata l’apertura, ma accompagnata da una richiesta formale: per organizzare l’incontro i cittadini devono costituirsi in un comitato formalmente riconosciuto.
L’amministrazione chiede infatti l’invio dell’atto costitutivo, dello statuto, dei nomi dei rappresentanti e della sede del gruppo: solo dopo questi passaggi sarà possibile programmare un confronto con «la più ampia partecipazione» degli assessori competenti. Una procedura che ha colto di sorpresa alcuni degli stessi residenti, che nella loro lettera avevano sottolineato come il quartiere, nonostante la presenza di testimonianze dell’antica Karalis e di siti come Santa Igia, sia stato «sistematicamente trascurato» rispetto ad altre zone della città.
Nel documento inviato al sindaco denunciano la perdita della circoscrizione, la chiusura di varie attività e l’assenza di controlli, con un conseguente aumento di furti, vandalismi e degrado. Una situazione che definiscono «insostenibile» e che chiedono di affrontare urgentemente. Ora la palla passa ai residenti: per aprire il dialogo, dovranno prima strutturarsi come comitato ufficiale.
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