Il giallo.

I Ris per tre ore a Tuvixeddu 

La ricerca, senza esito, della parte mancante della cintura di Manuela Murgia 

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Varcano il cancello di via Falzarego poco prima delle 13 di ieri per il sopralluogo programmato nel canyon di Tuvixeddu. I carabinieri del Ris di Cagliari impiegano tre ore per svolgere tutti gli accertamenti richiesti dalla Procura nella zona in cui il 5 febbraio 1995 è stato trovato il corpo senza vita di Manuela Murgia. Un lavoro minuzioso e con tutte le moderne tecnologie a disposizione oggi, nonostante siano trascorsi trent’anni da un evento archiviato come un suicidio e poi, lo scorso marzo, riaperto come omicidio. Tra le verifiche da effettuare anche quella con il metal detector per la ricerca di una parte della fibbia della cintura della ragazza, trovata spezzata nel 1995: elemento in metallo che non sarebbe stato ritrovato nemmeno ieri. Un elemento importante per i familiari della ragazza che hanno sostenuto – tramite la perizia del medico legale Roberto Demontis che ha portato alla riapertura dell’inchiesta – che Manuela Murgia sia stata vittima di un tentativo di rapporto sessuale energico (da qui la rottura della cinta dei pantaloni), per poi essere investita da un’auto e trascinata nel canyon.

La perizia

Oltre alle ricerche vane della parte metallica della cinta (sono state invece ritrovate diverse munizioni, ovviamente che non c’entrano niente con il caso Murgia, risalenti a parecchi anni fa), i Ris sotto il coordinamento del colonnello Marco Palanca, nelle tre ore di lavoro si sono concentrati sulla raccolta di campioni di roccia e sulla vegetazione. Sarebbe stato effettuato un riscontro positivo su un parte di foglia ritrovata sugli indumenti della ragazza e una pianta presente ancor oggi nel canyon proprio nel punto in cui è stato ritrovato il corpo. Tutti i reperti raccolti dagli esperti del Ris di Cagliari verranno ora confrontati con tutte le tracce raccolte sui vestiti della ragazza per poi predisporre la perizia, richiesta dal giudice Giorgio Altieri, da depositare entro il 30 novembre in vista dell’udienza dell’incidente probatorio fissata per l’11 dicembre.

La richiesta

Il sopralluogo è uno degli atti finali in vista della perizia conclusiva: per consegnare l’elaborato i Ris hanno ottenuto una seconda proroga della scadenza (inizialmente fissata per il 25 settembre era già slittata al 9 novembre) visto il numero dei campioni da analizzare e la complessità degli accertamenti. Una volta depositata, la perizia sarà a disposizione delle parti (ieri non presenti durante il sopralluogo) per lo studio dei risultati ai due periti, il generale Luciano Garofano (ex Ris di Parma), nominato dalla difesa, e il genetista di fama mondiale Emiliano Giardina, scelto dalla famiglia della vittima. Il tutto in vista dell’udienza per l’incidente probatorio.

Le tesi

L’inchiesta, riaperta dal pm Guio Pani, con l’ipotesi di omicidio colposo, vede un solo indagato: l’ex fidanzato Enrico Astero, oggi 54enne. Un passaggio che ha permesso di riaprire le indagini svolte dagli investigatori della Squadra Mobile di Cagliari, coordinati dal dirigente Davide Carboni: sono state ascoltate diverse persone e svolti accertamenti. Così all’ipotesi del suicidio, sempre contestata dai familiari della sedicenne, si è aggiunta lo scorso marzo quella dell’omicidio. La ricostruzione fatta dal medico legale, nominato dai parenti della ragazza, è precisa: Manuela Murgia, dopo aver subito un rapporto sessuale energico, sarebbe stata investita e uccisa. Poi il corpo trasportato – e trascinato – nel canyon di Tuvixeddu.

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