Tel Aviv. Il paesaggio è spettrale, col rumore delle sirene d’allarme che riecheggia continuamente, mentre un popolo impaurito, cerca riparo nei rifugi antimissile. E alla miriade di immagini dei droni iraniani che penetrano l’Iron Dome (il sistema antimissile) scagliandosi sui palazzi della capitale, si unisce il racconto dei sardi che vivono lì.
Alex Scanu, imprenditore 43enne originario di Nuoro, parla da Natanya, città costiera a 20 chilometri da Tel Aviv, dove si è trasferito da febbraio e dirige un’impresa di import-export: «Ho raggiunto Israele per amore della mia compagna conosciuta a Verona, dove lavoravo nel settore vitivinicolo. Sapevo che, dopo l’attentato di Hamas dell’ottobre 2023 la situazione era di massima allerta, ma mai avrei immaginato in uno sviluppo simile del conflitto». Lo racconta con malinconia Scanu, reduce dall’ennesima notte insonne: «I militari ci avvisano puntualmente degli attacchi, ma l’unica cosa che puoi fare è affidarti alla speranza. Nel mio appartamento dispongo di un moderno bunker, ma non basta - prosegue – Nei giorni scorsi mi trovavo per strada quando le sirene hanno iniziato a suonare. Ci siamo riparati in una scuola mentre fuori scoppiava l’inferno».
Scanu spera nella pace: «Israele oggi è uno Stato diviso - dice - con migliaia di cittadini che non apprezzano le scelte del governo Netanyau. Difendersi dopo l’attacco da parte di Hamas è legittimo, ma qua stanno morendo migliaia di innocenti palestinesi e israeliani». E sui giovani chiamati al fronte, non usa mezzi termini: «È la migliore gioventù del Paese». Scanu potrebbe prendere uno dei prossimi voli di rimpatrio: «C’è stato pochissimo preavviso e i posti a bordo limitati. Il mio visto scade tra un mese e ora insieme ad altri italiani, dovrò raggiungere gli aeroporti di Amman in Giordania o Sharm el Sheick, perché qua è tutto paralizzato. La speranza resta quella di riabbracciare presto i miei cari che vivono a Torino. La mia compagna, però, non potrà partire perché non intende lasciare soli il figlio e i genitori. Vivo con forte angoscia e sogno un domani migliore per Israele dove voglio vivere».
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