Corte d’appello

Decadenza, udienza rinviata e polemiche 

I legali di Todde: «Fercia non può partecipare». La replica: «Resto, ho servito la Repubblica» 

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Una manciata di minuti. Tanto è durata l’udienza, rigorosamente a porte chiuse, del procedimento civile che dovrà decidere sull’appello degli avvocati della presidente della Regione, Alessandra Todde, contro la sentenza del Tribunale di Cagliari che aveva deciso per una sanzione di 40mila euro e la decadenza della governatrice, a causa di una serie di irregolarità nel rendiconto dei finanziamenti e delle spese elettorali. Davanti alla Corte d’appello presieduta dalla giudice Maria Antonella Sechi (con a latere Enzo Luchi e Grazia Maria Bagella) si sono presentati gli avvocati della Todde, Giuseppe Macciotta, Benedetto e Stefano Ballero e Priamo Siotto, e quello del Collegio di garanzia elettorale, Riccardo Fercia, ma alla fine non c’è stata alcuna attività. Tenuto conto che la giudice Sechi starebbe per andare in pensione, la Corte ha deciso di rinviare l’apertura dei lavori al 21 novembre. Quel giorno a presiedere il collegio ci potrebbe essere la consigliera Emanuela Cugusi.

Udienza interlocutoria

Tra circa due settimane, dunque, saranno riuniti tutti i ricorsi depositati contro la sentenza di primo grado firmata dal giudice Gaetano Savona. I giudici d’appello dovranno valutare sia l’atto proposto dai legali della governatrice che quelli dei consiglieri regionali che si erano costituiti contro l'ordinanza ingiunzione del collegio di garanzia elettorale. Nel frattempo quella di ieri è stata un’udienza interlocutoria: gli avvocati della Governatrice hanno chiesto l’estromissione dell’avvocato Riccardo Fercia, revocato dal Collegio di garanzia ma non sostituito, ma anche su questo non c’è stata alcuna decisione. Dunque tutto rinviato.

L’interrogativo

La domanda che tutti si pongono è se e quali effetti produrranno sul procedimento civile di secondo grado le recenti pronunce della Corte costituzionale che, da una parte, avevano dichiarato illegittima l’ordinanza con la quale, nel dicembre 2024, il Collegio regionale di garanzia elettorale aveva sanzionato la governatrice trasmettendo gli atti al Consiglio regionale per la decadenza. Allo stesso tempo, però, la Consulta aveva anche dichiarato inammissibile il conflitto di attribuzioni sollevato sulla sentenza del Tribunale che, riqualificato i fatti, arrivando comunque alla conclusione dell’invio degli atti per la decadenza. In altre parole: se da una parte la Corte costituzionale aveva stabilito che l’ordinanza era sbagliata e non si poteva arrivare alla massima sanzione, dall’altra salvando la sentenza lo spettro della decadenza resta ancora in piedi.

Le polemiche

«Nonostante questo provvedimento di rinvio», chiarisce l’avvocato Giuseppe Macciotta, «abbiamo ritenuto pregiudiziale la decisione sulla legittimità della costituzione del collegio di garanzia dell'avvocato Fercia a cui è stato revocato il mandato con invito ad astenersi dal compimento di qualsiasi atto. Il collegio di garanzia, tra l'altro ha manifestato disinteresse a difendersi, a proseguire nella difesa di appello, non sostituendo il legale come legittimamente poteva fare». Ma il professore di Diritto romano, già componente del Collegio di garanzia, non è assolutamente intenzionato a fare passi indietro. «Il mio ruolo in questa causa», ribatte, «è quello di avvocato in perpetuatio , cioè in buona sostanza, il mandato mi è stato revocato il 2 maggio e vi ho anche rinunciato, non di meno la revoca o la rinuncia al mandato producono effetti solo nel momento in cui l'avvocato venga sostituito nel processo. Non intendo espormi – ha aggiunto il docente – ad alcun rischio di responsabilità civile o disciplinare. Intendo adempiere fino in fondo i miei doveri. Io in questa vicenda ho solo servito la Repubblica». Battaglia giudiziaria rinviata.

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