La polemica

Cgil in piazza il 12 dicembre contro la manovra 

Landini: «Prelevare l’1% ai più ricchi». Ironia di Meloni e Salvini: sempre di venerdì 

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Sciopero generale il 12 dicembre contro la manovra. La Cgil sceglie la linea dura contro le politiche del governo. «L’emergenza è aumentare i salari e la legge di bilancio non lo fa», mette in chiaro il segretario generale Maurizio Landini, che rispolvera «la patrimoniale» proponendo un contributo a carico dei più ricchi.

Il calendario

L’esecutivo non entra nel merito e dirotta la polemica sul weekend lungo, con la premier Giorgia Meloni che ironizza sulla scelta del giorno, un venerdì, e il vicepremier Matteo Salvini che la spalleggia, invitando il sindacalista a cambiare data. A riaccendere lo scontro tra la Cgil e il governo è l’annuncio dello sciopero generale contro la legge di bilancio deciso dall’assemblea dei delegati a Firenze. Landini l’aveva promesso il 25 ottobre durante la manifestazione nazionale: o cambia la manovra o sarà sciopero.

Richieste e condizioni

Ora si passa dalle parole ai fatti: il 12 dicembre la Cgil scenderà in piazza, questa volta senza la Uil e bruciando di un giorno l’iniziativa della Cisl, con manifestazioni in tutta Italia, per chiedere di modificare una legge di bilancio, «ingiusta, che non aumenta i salari». «Chiediamo risorse aggiuntive», e che venga «restituito il fiscal drag» che in tre anni ha mandato in fumo 25 miliardi di tasse di lavoratori, dipendenti e pensionati, tuona Landini, che dice no alla spesa sulle armi e lancia una proposta. «Un contributo di solidarietà» all’1% dei 500mila italiani più ricchi, con una ricchezza superiore ai 2 milioni. «Avremmo 26 miliardi», spiega, «da investire su sanità, assunzioni, scuola e per aumentare gli stipendi a tutti». «In quale giorno della settimana cadrà il 12 dicembre?», ironizza sui social la premier, riproponendo una critica già espressa in occasione dello sciopero per Gaza («Il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme»). Salvini: «Invitiamo Landini, per una volta, a rinunciare al weekend lungo». Meloni e Salvini, «rispettino i lavoratori», replica il segretario.

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