Il caso

«Dal Dna tante risposte possibili» 

In tribunale anche l’ex fidanzato: «Sono estraneo ai fatti e lo dimostrerò» 

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Nelle mutande e nella prima parte dei vestiti di Manuela Murgia esaminati ieri dai Ris ci sarebbero varie tracce biologiche tutte da classificare, ma non quelle specifiche riconducibili ad un rapporto sessuale o ad una violenza che avrebbero preceduto la morte della giovane. Sono le prime indiscrezioni sulla prima giornata di esami tecnici eseguiti dagli esperti in investigazioni scientifiche dei Carabinieri, nei laboratori della caserma di San Bartolomeo, nell’ambito dell’incidente probatorio disposto dal Gip del Tribunale, Giorgio Altieri, sul caso della 16enne morta il 4 febbraio del 1995, il cui corpo venne trovato ai piedi del canyon di Tuvixeddu.

Parla l’ex fidanzato

L’unico iscritto nel registro degli indagati è l’ex fidanzato della ragazza, Enrico Astero, già finito nell’inchiesta della Procura per omicidio volontario che, in prima battuta, era stata archiviata come suicidio. Il fascicolo era stato riaperto dopo anni, ma fu chiuso con lo stesso esito. Di recente, dopo una consulenza medico-legale presentata dalla famiglia della giovane, il procuratore aggiunto Guido Pani ha ottenuto dal Gip la seconda riapertura dell’inchiesta. E ieri mattina, nell’udienza per il conferimento dell’incarico, era presente anche il 54enne indagato, difeso dall’avvocato Marco Fausto Piras. «Ho voluto essere presente», ha detto Astero, «perché voglio definire al più presto questa vicenda che ancora una volta mi vede coinvolto. Ribadisco la mia totale estraneità ai fatti. Sono fiducioso che emergerà la verità e che anche gli accertamenti disposti dal Tribunale potranno confermarlo una volta per tutte. Capisco il dolore che stanno provando i familiari di Manuela – ha concluso – e mi dispiace tanto». Con lui c’era l’ex generale del Ris di Parma, Luciano Garofano, nominato consulente dalla difesa, famoso per aver indagato, tra gli altri, sui delitti del serial killer Renato Bilancia, il delitto di Novi Ligure, Cogne e tanti altri casi.

Il super-consulente

All’udienza per il conferimento dell’incarico erano presenti anche il fratello e le sorelle di Manuela Murgia, difeso dagli avvocati Bachisio Mele e Giulia Lai, che assistono i familiari assieme alla collega Maria Filomena Marras (per la mamma). Con loro c’era il super-consulente Emiliano Giardina, il genetista che scoprì il Dna di Massimo Bossetti nell'omicidio di Yara Gambirasio. «I periti sono tra i migliori che possano esserci in questo momento», ha commentato il super-esperto, «Ho grandissima fiducia e credo si farà un ottimo lavoro. Si respira una grande attenzione: l’obiettivo che ho personalmente è quello di tentare ogni strada possibile. Noi dobbiamo uscire da queste attività potendo dire che nulla in più poteva essere fatto, poi ci confronteremo sui risultati». Gli esperti della Procura sono gli specialisti della Polizia Scientifica.

Gli esami sui vestiti

Ieri mattina sono state aperte le buste con gli indumenti che Manuela Murgia indossava quando è morta e che le erano stati tolti il giorno dell’autopsia, eseguita dai medici legali Francesco Paribello e Giuseppe Santa Cruz (gli esperti della Procura che decretarono il «decesso da precipitazione». Per trent’anni sono rimasti conservati nell'ex dipartimento di Anatomia Patolgoica di via Procell. I consulenti e i periti del giudice hanno così iniziato a esaminare slip, reggiseno, calze velate, jeans, scarpe, maglioncino, montgomery e l’elastico per i capelli. Proseguiranno nei prossimi giorni.

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