L’ultimo fatto avvenuto a San Michele, con il lancio di oggetti verso i carabinieri da parte di un gruppo di minorenni, ha confermato l’esistenza di un segnale di disagio tra i giovanissimi. «Sono episodi che devono far riflettere, ma non parlerei di allarme sociale», sottolinea il comandante provinciale dei Carabinieri di Cagliari, il generale Luigi Grasso. «Dobbiamo intercettare questo disagio: tra i ragazzi circola anche droga e c’è chi va in giro armato di coltello. Abbiamo avuto il caso dei gruppi che si sono affrontati in un centro commerciale e un accoltellamento alla Marina. Come Arma siamo impegnati su questo fronte in stretta collaborazione con le Procure, la Prefettura e le altre forze di Polizia. Soprattutto per prevenire».
A due giorni dalla fine dell’anno, il comandante provinciale fa un bilancio del lavoro svolto in questo 2025 nel territorio della vecchia provincia di Cagliari. In dodici mesi ci sono stati più di 47mila interventi a fronte di 53mila chiamate arrivate alla centrale operativa. Gli arresti sono stati 670, le denunce circa 3.800. Dietro i freddi numeri ci sono attività specifiche e obiettivi da raggiungere. «Sono soddisfatto», commenta Grasso, «di quanto fatto da tutto il personale che mi onoro di coordinare. Soprattutto perché viviamo il territorio e siamo diventati carabinieri di prossimità sociale, lavorando in stretta sinergia con le amministrazioni e i cittadini».
State ricoprendo anche un ruolo sempre più sociale?
«La società cambia e anche noi stiamo modificando il nostro lavoro per arrivare a una sicurezza condivisa. Abbiamo cento presidi sul territorio e solo in questo anno abbiamo organizzato circa 400 iniziative nelle scuole, nelle parrocchie, negli spazi pubblici o nelle nostre caserme per parlare con anziani, giovani e famiglie».
Dialogare con i ragazzi è complicato?
«Anche in questo caso ci stiamo adattando. Possiamo contare su circa cento nuovi giovani militari. Oltre a essere operativi, nelle stazioni e nelle pattuglie del radiomobile, alcuni vanno nelle scuole per parlare con i ragazzi, usando il loro linguaggio. Sono un ponte necessario con il personale più esperto».
La droga resta l’emergenza del nostro territorio?
«Basta evidenziare che in un anno abbiamo sequestrato 600 chili di sostanze stupefacenti. Questo deve far riflettere. Agiamo con le attività investigative di alto profilo per smantellare i grandi traffici. E poi c’è l’azione quotidiana per il contrasto al piccolo spaccio che si porta dietro reati di mircocriminalità. Ma ancora una volta la prevenzione è fondamentale, per far capire ai giovani che non esistono droghe leggere, perché le conseguenze sulla salute sono sempre pesanti».
Ci sono poi le grandi inchieste.
«L’arresto del latitante Arzu, l’operazione sulle droghe sintetiche e quella sul narco traffico “Termine” con 71 provvedimenti eseguiti. Solo per citarne alcune».
Importanti anche le misure di prevenzione?
«In accordo con l’autorità giudiziaria ne sono state applicate 150 tra avvisi orali, sorveglianze speciali, divieti o obblighi di dimora. Sono strumenti fondamentali per la prevenzione».
Ci sono anche le specialità?
«I r eparti speciali, Nas, Noe, Nil e i carabinieri Forestali, svolgono delle attività fondamentali nei luoghi di lavoro, sulla sicurezza alimentare e in quella ambientale. Senza dimenticare che interveniamo per i sinistri stradali, soprattutto nelle ore notturne».
I cittadini hanno fiducia in voi?
«In un anno sono arrivate 60mila chiamate per segnalazioni di ogni tipo e che hanno portato a circa 150 interventi al giorno: mi sembra che confermino la fiducia dei cittadini verso i carabinieri della provincia di Cagliari».
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