P are che un milione di italiani abbia paura del ritorno alla normalità. Soffre della “sindrome della capanna” che, secondo gli esperti, colpisce i terrorizzati dal Covid che si sentono sicuri solo nelle loro case. Certo, psicologicamente, la fine del lockdown ha avuto e ha delle problematiche. C'è chi ha paura di uscire e chi, al contrario, ha già abbandonato tutte le necessarie precauzioni. Ci sono, come sempre accade, i misurati, gli sboroni e i timorosi. Ma, in tutte queste categorie non mancano gli specializzati, i cosiddetti laureati all'università di Facebook che sanno sempre tutto di tutto.

Quindi, da perfetti italiani, ci siamo uniti alla pletora di virologi, infettivologi e scienziati di varia estrazione che hanno detto la loro e fatto previsioni sul nostro futuro alle prese col Covid-19. «Il virus è clinicamente morto»; «Il virus morirà di caldo»; «Arriverà la seconda ondata»; «Fate sport con la mascherina, anzi no, che vi fa male», e così via per decine di considerazioni, una negazione dell'altra. Ovvio che non potessimo esimerci dal dire, soprattutto sui social, anche la nostra, entrando a pieno diritto in una nuova categoria, quella dei “viromanti”. Termine che non si sa chi abbia coniato ma che rende bene l'idea e si adatta anche al lavoro di qualche confuso, ancorché accademico, previsore di flussi pandemici.

BEPI ANZIANI
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