I o non so di chi è la colpa. Ma di sicuro qualcuno ce l'ha se la Sardegna è finita in zona arancione con dati di contagio che fanno ridere rispetto a quelli, ben più alti, di quando fu dichiarata zona gialla. È colpa della Regione che non avrebbe comunicato in tempo di avere attivato nuove terapie intensive? O è colpa dei burocrati di Stato che non hanno valutato con la necessaria elasticità e intelligenza che, visti i numeri bassi, il superamento della soglia di occupazione dei reparti dal 25 al 31% era stato provocato da un solo paziente in più, da 47 a 48? Questa Italia a colori non è un giochino per bambini dell'asilo: imperdonabili leggerezze decisionali possono condannare incolpevoli categorie di lavoratori a subire altre due settimane di agonia, con meno di 200 contagi al giorno su un milione e seicentomila abitanti dispersi in 24mila chilometri quadrati. E, mentre vediamo regioni allegramente nello stesso colore con numeri spaventosi, da noi destra e sinistra si rimpallano le responsabilità anziché unirsi per protestare e difendere i diritti dei sardi che dovrebbe essere l'unica cosa che gli interessa anziché la prima di cui non gliene frega niente. A Cagliari come a Roma vincono le logiche di schieramento mentre noi vorremmo che a rappresentare le nostre istanze fosse gente che sa cosa significa Forza Paris e almeno quando serve lo applichi. Nell'interesse della Sardegna e dei sardi.

BEPI ANZIANI
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