I l virus va veloce, corre molto più di chi lo combatte, travolgendo le decisioni dei signori della politica che perdono tempo a litigare, cercando di sfruttare come opportunità in chiave elettorale, le debolezze del momento. Oggi Conte riferirà in Parlamento dove finora il dibattito è stato frenato dai suoi Dpcm, che ora prova a condividere, forse tardivamente, con le opposizioni. Sta di fatto che il Governo, le Regioni, i Comuni, il sistema Italia nel suo complesso stanno dando, dopo le fortune primaverili, l'impressione di essere inadeguati. Distanti dal sentire popolare espresso nelle manifestazioni civili, serie e organizzate viste a Cagliari, dove ha sfilato con commovente compostezza quella Sardegna provata dalle chiusure di bar, ristoranti, palestre e teatri. Tutta un'altra storia rispetto alle plateali proteste di Napoli, Roma, Firenze dove gli infiltrati fra la gente perbene hanno vandalizzato le città e tirato pietre ai poliziotti. Chi arma questa gente, seppure metaforicamente, si trova nei palazzi della politica e talvolta, purtroppo, anche nei giornali e in tv o fra gli stessi esperti. Lo fa lanciando accuse agli avversari, lo fa alzando i toni della polemica, sfruttando l'esasperazione di chi deve fare conti con la propria sopravvivenza. Lo fa, e non sempre inconsapevolmente, sfruttando l'ignoranza e il bisogno. In questa che dovrebbe essere l'ora dell'unità, non c'è bisogno di cattivi esempi.

BEPI ANZIANI
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