Sono le 23.06 del 10 luglio 1992 quando, a un'angosciata famiglia in una villa a Porto Cervo, arriva la notizia: il figlio Farouk potrebbe essere stato liberato.

A dirlo sono le agenzie stampa, in un vorticoso susseguirsi di lanci tra conferme e smentite. "A tratti - si legge su L'Unione Sarda il giorno successivo - è sembrato che tutto scivolasse in una grottesca messinscena".

Farouk Kassam, di nazionalità belga e canadese, ha sette anni, e la sua fotografia - un bimbo davanti al mare con i grandi occhi neri, un sorriso abbozzato e i capelli corvini - rimbalza da mesi nei telegiornali nazionali e non solo.

È il figlio di Fateh Kassam, gestore di un grande albergo a Porto Cervo, e dal gennaio dello stesso anno ostaggio di un ignoto sequestratore.

Sono passati 26 anni dalla sera in cui Farouk è stato liberato a pochi chilometri da Orgosolo, dove - vicino a un casolare abbandonato - un emissario della famiglia lo avrebbe riportato a casa.

Ci arriverà "rasato a zero" e, all'orecchio, "il segno evidente di una cicatrice".

A tagliarglielo fu Matteo Boe, il bandito dagli occhi di ghiaccio, secondo solo a Graziano Mesina - intermediario della liberazione di Farouk - che per quel sequestro (non l'unico nella sua carriera di bandito) fu condannato a vent'anni e liberato solo l'anno scorso.

(Unioneonline/D)

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