La notte tra il 22 e il 23 febbraio 1991 è cruciale per l'evoluzione della prima Guerra del Golfo, il cui prologo arriva fino al 2 agosto dell'anno precedente, con l'invasione del Kuwait da parte dell'esercito iracheno di Saddam Hussein.

Il conflitto, che vedrà opposti l'Iraq e una coalizione composta da 35 Stati formatasi sotto l'egida dell'Onu e a guida Usa, quel giorno ha un'evoluzione definitiva.

Il 22 febbraio l'Iraq accetta un accordo da parte dell'Unione Sovietica, che prevedeva il ritiro delle truppe fino alle posizioni precedenti all'invasione, seguito da una totale cessazione delle ostilità. La coalizione lancia poi un definitivo ultimatum alle 12 del 22 febbraio: entro 24 ore Saddam avrebbe dovuto ritirare le truppe incondizionatamente dal Kuwait, per non essere attaccato.

Ultimatum scaduto, appunto, alle 12 del 23 febbraio.

Alle 4 di notte del giorno successivo la sesta divisione leggera francese entra in Iraq, così come le truppe saudite e la prima e la seconda divisione dei Marines.

Il 26 febbraio le truppe irachene iniziano a ritirarsi dal Kuwait, incendiando tutti i pozzi petroliferi che incontrano.

Il 28 febbraio il presidente Usa Bush dichiara la liberazione del Kuwait e la fine della Guerra del Golfo.

(Unioneonline/m.c.)

Febbraio 2018

Gennaio 2018
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