Settantacinque anni fa Churchill, Roosvelt e Stalin, i tre vincitori della Seconda Guerra Mondiale, si incontrarono a Yalta, in Crimea per decidere cosa fare dell'Europa e del mondo alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Mancavano pochi mesi alla resa definitiva di Hitler, i Capi di Stato di Usa e Urss e il primo ministro britannico avevano già la vittoria in pugno.

Nel palazzo di Livadija, in Crimea, residenza estiva dell'ultimo zar di Russia Nicola II, i leader presero diverse decisioni.

Le principali: l'istituzione dell'Onu; una dichiarazione in cui si affermava che l'Europa era libera e che invitava allo svolgimento di elezioni democratiche in tutti i territori liberati dal nazismo; il disarmo e la smilitarizzazione della Germania, oltre allo smembramento del Paese in quattro aree di influenza divise tra Urss, Usa, Francia e Regno Unito (dopo successive conferenze la questione si risolse nella semplice divisione tra Germania Est e Germania Ovest); furono fissate delle riparazioni (22 miliardi di dollari) dovute dalla Germania agli Alleati; furono decisi i destini di Polonia e Jugoslavia; sarebbero stati rimandati in Urss tutti i prigionieri di guerra sovietici, anche coloro che non volevano fare ritorno in patria.

La conferenza di Yalta e, successivamente, quella di Potsdam in Germania (cui parteciparono, oltre a Stalin, Harry Truman e Clement Attlee al posto di Roosvelt e Churchill) segnarono la suddivisione dell'Europa in blocchi contrapposti e l'inizio della Guerra Fredda.

(Unioneonline/L)

Febbraio 2020

Gennaio 2020
© Riproduzione riservata