#AccaddeOggi: 8 novembre 1987, il referendum che fermò il nucleare in Italia
L'8 e il 9 novembre 1987 il popolo italiano si è recato alle urne per votare 5 referendum abrogativi. Tre di essi riguardavano la situazione del nucleare in Italia. I votanti furono il 65,1% degli aventi diritto e vinsero i sì con l'80% delle preferenze anche se venne registrato un alto numero di schede bianche e nulle che andarono dal 12,4% al 13,4%.
Nessuno dei tre quesiti chiedeva l'eliminazione o la chiusura delle centrali nucleari. Il primo chiedeva l'abolizione dell'intervento statale nel caso in cui un Comune non avesse concesso un sito per l'apertura di una centrale nucleare nel suo territorio. I sì vinsero con l'80,6%. Con il secondo veniva chiesta l'abrogazione dei contributi statali per gli enti locali per la presenza sui loro territori di centrali nucleari. I sì ottennero il 79,7%. Con il terzo e ultimo quesito veniva chiesta l'abrogazione della possibilità per l'Enel di partecipare all'estero alla costruzione di centrali nucleari. I sì prevalsero con il 71,9%. Anche L'Unione Sarda raccontò l'episodio tra le sue pagine: l'8 novembre solo il 48% dei votanti aveva espresso la sua preferenza, la più bassa percentuale in tutte le consultazioni svoltesi in Italia dal dopoguerra.
Nel 1987 in Italia si contavano quattro centrali: la centrale di Latina, la centrale Garigliano di Sessa Aurunca, la centrale Enrico Fermi di Trino e la centrale di Caorso, l’unica delle quattro ad essere di seconda generazione. La spinta verso il nucleare si ebbe all'inizio degli anni ’70 a causa dell'aumento dei prezzi di importazione dei prodotti petroliferi dovuti alla questione arabo-israeliana. Con il Piano Energetico Nazionale del 1975 si prevedeva inoltre la realizzazione di ulteriori otto unità nucleari su quattro nuovi siti.
Furono due gli eventi principali che inaugurarono il declino del nucleare in Italia. Il 28 marzo 1979 con l’incidente di Three Miles Island e la fusione parziale del nocciolo dell’omonima centrale nucleare, in Pennsylvania. Non vennero registrate vittime o feriti ma la piccola fuoriuscita di gas radioattivo che si disperse nell'ambiente fu un biglietto da visita negativo per l'energia nucleare a livello mondiale. In Italia già montavano le proteste per la costruzione della centrale di Montalto, che sarebbe iniziata nel 1982. L’incidente di Three Miles Island ebbe ripercussioni anche sulla decisione di non riaccendere la centrale di Garigliano e di posticipare l’inizio dell’esercizio commerciale per quella di Caorso. Nel 1986 il disastro di Chernobyl, il cui effetto negativo sull’opinione verso il nucleare fu devastante. Le cause di dell'incidente andavano ricercate non solo negli errori umani ma anche nell'arretratezza tecnologica e nell'insufficiente attenzione che i progettisti sovietici avevano dato alle misure di sicurezza.
Ma per quale motivo il referendum non si svolse prima della fine del 1987? Il Paese stava registrando una crisi di governo interna al Pentapartito. Le divergenze tra la DC guidata da Ciriaco De Mita e il PSI di Bettino Craxi culminarono, il 28 febbraio 1987, nelle dimissioni di Craxi da capo di governo. Gli antinuclearisti, temendo un intervento legislativo in grado di bloccare il referendum, ne chiedevano lo svolgimento prima delle elezioni anticipate e la data venne fissata per novembre. Tra il 1987 e il 1990 le centrali rimaste attive furono fermate definitivamente.
(Unioneonline/v.f.)