Il consiglio dei ministri ha approvato ieri sera il decreto del taglio del cuneo fiscale.

Un provvedimento che, a partire da luglio, riguarderà 15,9 milioni di lavoratori che avranno un netto in busta paga più alto.

Coloro che hanno un reddito tra i 28 e i 35mila euro l'anno (circa 2,5 milioni di persone) prenderanno dagli 80 ai cento euro in più, si tratta di persone che oggi non ricevono il bonus Renzi.

Bonus di 100 euro invece per un totale di 12.347.937 lavoratori: ma per gran parte di loro, che già godono degli 80 euro, la differenza reale sarà di soli 20 euro.

Sono invece 710mila i lavoratori che potranno beneficiare del taglio del cuneo al 100%, pur non avendo goduto sinora di alcun bonus. Sono coloro che rientrano nella fascia di reddito tra i 26 e i 28mila euro. Una new entry che si affianca a un'altra fetta (quelli tra i 28 e i 35mila euro) di 2,5 milioni di dipendenti che da zero euro passano a una detrazione di almeno 80 euro.

Per le classi più ricche lo sgravio fiscale si riduce progressivamente fino all'annullamento per chi oltrepassa la soglia dei 40mila euro.

Quanto alla ripartizione sul territorio, Lombardia al top con quasi 3 milioni di beneficiari. Seguono Veneto con un milione e mezzo, Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, Campania, Toscana e Sicilia.

LE DICHIARAZIONI - "Abbiamo appena approvato il decreto che stanzia tre miliardi per la riduzione del cuneo fiscale, mettendo più soldi nelle buste paga di 16 milioni di lavoratrici e lavoratori. Andiamo avanti rispondendo ai bisogni dei cittadini con serietà e fatti concreti", ha twittato il premier Conte.

"Non c'è modo migliore di iniziare questo incarico che annunciare il taglio del cuneo fiscale: più soldi in tasca a 16 milioni di lavoratori", ha affermato il senatore e reggente del M5S Vito Crimi.

"Da luglio meno tasse e più soldi in busta paga per 16 milioni di lavoratori: dopo lo stop all'aumento Iva, diventa realtà un'altra scelta fondamentale per aiutare le famiglie itaiane e far ripartire l'economia", ha twittato il viceministro dell'Economia Antonio Misiani.

(Unioneonline/L)
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