La Federal Reserve ha alzato i tassi di interesse statunitensi di un quarto di punto, portandoli in un intervallo compreso tra 0,75 e 1%.

Lo ha annunciato la stessa banca centrale americana, spiegando che la decisione è stata presa quasi all'unanimità: 9 voti contro uno.

Si tratta del terzo rialzo del costo denaro in dieci anni, dopo quelli del dicembre 2015 e del dicembre 2016.

La Fed continuerà comunque ad elevare i tassi in modo "graduale", e immagina altre due strette nel 2017 e tre nel 2018.

La decisione era stata già pronosticata da diversi analisti. Oggi poi, a confermare queste previsioni, sono arrivati i dati sull'inflazione negli Usa, che è salita come non accadeva dal 2012.

I prezzi al consumo sono infatti cresciuti per il settimo mese consecutivo, registrando un rialzo del 2,7% su base annua: al di sopra del livello che la stessa Fed considera ideale. Mentre l'indice dei prezzi "core" (cioè epurato da energia e alimenti) è aumentato del 2,2%.

"Il ritmo della politica monetaria resta accomodante - si legge nel comunicato dell'istituto guidato da Janet Yellen - supportando inoltre alcuni ulteriori rafforzamenti nel mercato del lavoro e un sostenuto ritorno dell'inflazione al 2%".
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