Emergono nuovi particolari sulla trattativa, che non è giunta ancora a nessun accordo, per scongiurare il fallimento di Tirrenia-Cin, che ieri ha presentato al tribunale di Milano una richiesta di concordato "in continuità" per salvare i servizi e i seimila dipendenti.

Ricordando che "i debiti finanziari ammontano a 640 milioni di euro" il gruppo Moby-Cin, in una nuova nota, sottolinea che "grazie all'intervento del fondo italiano Europa Investimenti pagheremo 77 milioni di euro in favore di banche e bondholders, ovvero l'intero debito di Cin nei confronti degli stessi, che saranno quindi obbligati al rilascio del consenso alla cancellazione delle ipoteche attualmente esistenti in loro favore sulle navi, con la conseguente permanenza sulle stesse della sola iscrizione di ipoteca di primo grado in favore di Tirrenia in amministrazione straordinaria. Ricordiamo - si legge ancora - che oggi Tirrenia in AS è un creditore chirografario, ovvero privo di qualsiasi garanzia reale sulle navi". 

Si ricorda inoltre che “l'accordo raggiunto da Cin con Tirrenia in amministrazione straordinaria prevedeva non solo il pagamento dell'80% del credito vantato da quest'ultima con rilascio di garanzie esclusive su navi di primo grado e quindi come attestato il miglior soddisfacimento per i creditori e che l'accordo stesso si è interrotto a causa di ulteriori sei condizioni poste dal Ministero solo nella notte antecedente alla scadenza dell'udienza del 6 maggio delle quali quattro sono state subito accettate, mentre altre due sono state ritenute da soggetti terzi, quale l'attestatore, illegittime e con profili di illegittimità ed illegalità".

Tuttora il piano per il rilancio resta top secret, compresa l'annunciata vendita di alcuni asset, ma il gruppo rivela che il fondo italiano Europa investimenti è pronto a iniettare una liquidità di oltre 60 milioni di euro.  

(Unioneonline/F)

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