L’economia sarda sta cominciando ora a riprendersi dopo la crisi legata al Covid ma i rincari collegati al superbonus rischiano concretamente di mandare in fumo i benefici dell'incentivo al 110% sull'edilizia.

L'impennata dei prezzi sulle materie prime è uno degli effetti collaterali più indesiderati della corsa al superbonus, spuntato a contratti e preventivi già chiusi. Una riduzione dei profitti che obbligherebbe le già fragili aziende a rallentare i lavori, se non a fermarli del tutto.

In Sardegna alcuni cantieri sono già in corso ma la stragrande maggioranza deve ancora partire: l'impatto positivo delle agevolazioni viene stimato in un'indagine della Cna sarda in 40 milioni di euro in un anno (130 se la misura sarà prorogata a tutto il 2022, oltre giugno, data attualmente vigente), giro d'affari che non può restare un miraggio per un settore che deve recuperare il drastico calo degli investimenti subìto nel 2019 (-4,2%).

"Attendiamo il provvedimento del Parlamento a compensazione del caro materiali – dice Francesco Porcu, presidente regionale Cna – in Sardegna ci sono stati aumenti stratosferici del costo delle impalcature, man mano che la domanda è diventata sempre più forte. Le imprese non possono pagare anche questo, né possiamo permetterci di perdere l'opportunità del superbonus: perciò è importante che la scadenza, ora fissata al 30 giugno 2022, sia prorogata a tutto il 2023 per consentire di pianificare qualsiasi intervento”.

In campo per l'efficientamento energetico di oltre 35mila edifici in tutta la Sardegna, con l'utilizzo dell'ecobonus, c'è Area (Agenzia per l'edilizia abitativa della Regione), a cui è affidato il piano di risanamento: "A gennaio prossimo vedremo i primi cantieri nell'Isola - preannuncia Sebastiano Bitti, responsabile unico del procedimento -. L'indagine avviata dimostra che da parte delle imprese sarde c'è una grande propensione a essere coinvolte e c'è un mondo, quello dei condomìni, da cui c'è stata una forte risposta”. 

INDUSTRIA IN RIPRESA – Buone notizie intanto sul fronte dell’industria in generale nell’Isola.

Secondo i dati pubblicati dall'Istat, ad aprile 2021 si stima che l'indice destagionalizzato della produzione industriale sia cresciuto dell'1,8% a livello nazionale, rispetto a marzo. Nella media del periodo febbraio-aprile, invece, il grado della produzione ha avuto un miglioramento dell'1,9% rispetto ai tre mesi precedenti.

Segnali positivi per Maurizio De Pascale, presidente regionale Confindustria Sardegna: "Nelle previsioni di parecchi istituti, compreso anche quelle del nostro Centro studi - sottolinea - si stima che la crescita a fine anno possa andare oltre il 4,5%. Addirittura, crediamo che possa arrivare tra il 4,7 e il 4,9%. Ci sono, però, due fattori fondamentali che determineranno questo livello di crescita. Il primo è legato alle politiche attive sul lavoro, e non di natura assistenziale come quelle a cui stiamo assistendo da alcuni anni a questa parte. Il reddito di cittadinanza, nato in un periodo antecedente alla pandemia, non ha assolutamente dato i risultati attesi. L'altro aspetto fondamentale per il rilancio è che ci sia un po' di ripensamento sugli aumenti indiscriminati delle materie prime. Purtroppo, il fattore speculativo sta influendo”.

(Unioneonline)

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