Per la Commissione europea Amazon ha ricevuto benefici fiscali non dovuti dal Lussemburgo per circa 250 milioni di euro.

Tale trattamento, si legge in una nota dell'esecutivo comunitario, "è illegale ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato poiché ha permesso ad Amazon di versare molte meno imposte di altre imprese".

Nel dettaglio, "tre quarti dei suoi profitti non sono stati tassati" grazie a un accordo fiscale (tax ruling) tra il colosso dell'e-commerce e il Granducato sottoscritto nel 2003 e prolungato nel 2011.

Il Lussemburgo, segnala ancora la Commissione Ue al termine della sua indagine cominciata nel 2014, "deve ora recuperare l'aiuto illegale".

Il Granducato ha consentito ad Amazon di pagare "quattro volte in meno di tasse rispetto ad altre società" con sede nel Paese, ha affermato il commissario alla concorrenza Margrethe Vestager.

Una condotta illegale, dal momento che "non si possono dare alle multinazionali benefici fiscali che altri non hanno".

Immediata la replica della società: "Crediamo che Amazon non abbia ricevuto alcun trattamento speciale dal Lussemburgo e di aver pagato le tasse in pieno accordo sia con la legge fiscale lussemburghese che con quella internazionale", si legge in una nota del "gigante del web".

IL CASO APPLE - Non si tratta del primo caso in cui un Paese comunitario viene chiamato a riprendersi il corrispettivo delle tasse non versate da parte di un colosso del web: l'anno scorso l'Unione ha chiesto all'Irlanda di recuperare da Apple 13 miliardi di euro.

Soldi che non sono mai tornati nelle casse di Dublino, tanto che oggi la Commissione europea ha deferito l'Irlanda alla Corte di Giustizia dell'Unione per non aver recuperato questa somma.

La deadline per l'Irlanda, sottolinea la Commissione Ue, era stata fissata al 3 gennaio 2017, quattro mesi dopo la decisione dell'esecutivo suli aiuti alla società statunitense.

Entro quella data, in linea con le procedure standard, Dublino avrebbe dovuto implementare la decisione.

"Finché l'aiuto illegale non viene recuperato, la compagnia in questione continua a beneficiare di un vantaggio illegale, motivo per cui il recupero deve avvenire il più velocemente possibile", sottolinea Bruxelles in un comunicato, segnalando che sebbene l'Irlanda abbia "fatto dei progressi" nel calcolo della cifra esatta dell'aiuto illegale, ha pianificato di terminare il proprio lavoro nel marzo del 2018.

Al deferimento ha replicato il governo irlandese: "È estrememente deludente il fatto che la Commissione abbia deciso di agire a questo punto contro l'Irlanda", si legge in una nota pubblicata sul sito del Dipartimento delle Finanze.

Il nuovo passo fatto dalla Commissione stessa viene definito "assolutamente non necessario".

"L'Irlanda non ha mai accettato l'analisi della Commissione nella decisione sugli aiuti di Stato a Apple", sottolinea il governo di Dublino, "ad ogni modo, abbiamo sempre messo in chiaro che il governo è pienamente impegnato ad assicurarsi che il recupero dei presunti aiuti di Stato ad Apple abbia luogo senza ritardo e ha destinato risorse significative per far sì che questo obiettivo sia raggiunto".

(Redazione Online/F)

© Riproduzione riservata